1844-1845

In questo biennio la presenza alternata dei dagherrotipisti diventa quasi frenetica. Si hanno notizie di Johann Fleischer dal 1841 al 1855, anno della morte. E' attivo a Vienna dal 1841 molto probabilmente come eliografo dal momento che nel 1843 lavora nell'ambito della fotografia.

Nel febbraio 1844 è a Trieste (nell'avviso il suo nome è erroneamente stampato Hiescher), alloggiato all'albergo Metternich il più prestigios della città [dopo il 1848 rinominato Hotel Nazionale e poco dopo Hotel de la ville] al n. 69 che si presume sia il numero della stanza o suite. Presenta i Daguerreotipes en coleurs diffusi a Vienna già da un anno, dagherrotipi colorati a mano, e offre la propria disponibilità ad insegnarne la tecnica.

Si ripresenterà nello stesso albergo qualche mese dopo, a maggio, proveniente dal viaggio artistico a Roma con un socio, da cui il logo Fleischer e Pichler (1). I ritratti colorati  li mette in diretta concorrenza con i lavori dei miniaturisti, sia per il risultato sia per i prezzi.

Il suo rapporto con Trieste termina nel 1844. Probabilmente le sue peregrinazioni continuano, unico dato certo ritorna a Vienna e dal 13 agosto 1847 usa una Voigtländer-Kamera con un'esposizione di 15 secondi con lenti rotanti per produrre dahgherrotipi. Il suo atelier è in Ecke der Bischof- und Kramergasse, Nr. 531, 4. piano, poi nel 1850 è in Stock-im-Eisenplatz, Blaue Flasche, Nr. 624, 1. scala 2. piano. Dal febbraio 1850 lavora con Emilio Maza arrivato dall'Inghilterra attraverso la Francia e si associa con lui dall'11 aprile con il logo Fleischer und Compagnon, il loro atelier è in Mehlmarkt Nr. 1044 (Neuer Markt), al 3. piano. Nel settembre del 1850 si separano e Emilio Maza apre un altro Atelier.
Nel 1855 Fleischer è a Vienna in Josefstadt, in Langegasse 107.

 

Ma ritorniamo alla cronologia. Il mese di marzo non rimane scoperto, arriva una nuova presenza in città.

A marzo si pubblicano a nome di Sigismondo Schlesinger le informazioni sugli apparati dagherrotipi costruiti dall'ottico meccanico Franz X. Waibl di Vienna, e si elencano quattro tipi diversi per formato, ma tutti “con vetri perfettissimi” così da ottenere un “disegno netto e marcato” (2). Negli avvisi non è segnalato a chi ci si dovesse rivolgere per gli eventuali acquisti.

Sigismondo Hirschsohn & Comp. (il socio non è identificato) ottici viennesi sono in casa Costantini in Corso 593 e casa Vivante di fronte alla Borsa, nello stesso studio che aveva accolto la coppia Waldstein e Gross nel 1843, e vendono strumenti ottici vantando la bontà delle lenti di occhiali ed occhialetti (3).

Dichiarano comunque d'essere presenti anche a Vienna e precisamente nel quarto distretto Wieden contrada dell'Aquila.

Si tratta di un semplice cambio della guardia tra professionisti viennesi in cerca di un nuovo mercato.

I due ritornano in tournée a Trieste per una quindicina di giorni a novembre nel 1845.

Vantano i propri occhiali come pure pubblicizzano i propri ritratti al dagherrotipo anche colorati. Per coloro che volessero da amatori intraprendere il nuovo metodo vendono gli "apparati con tutti i relativi ingredienti".

Questa volta sono in Corso 702 presso il confettiere Wünsch che è solito cogliere le occasioni per attirare clientela nel suo negozio.

A ottobre arriva un'altra coppia di dagherrotipisti J. Darier e F. Abresch, di origine francese, ma forse è un ginevrino il primo, tedesca il secondo, che aprono uno studio in Casa Tositti in Contrada nuova (oggi via Mazzini) al n. 741 al 2. piano, e invitano coloro che “amassero farsi fare il ritratto” a presentarsi dalle 9 alle 4 del pomeriggio (4).

 

Altre novità spettacolari si contendono il pubblico nell'estate del 1845.

Un esempio è l'esposizione di vedute di Belle Arti che Romualdo Gallici di Udine allestisce a giugno  presso il Ponterosso in un "Casotto" gabinetto, adattato a tale scopo.

Viene dalla Germania tiene a specificare, come se tale dichiarazione fosse una garanzia di alta professionalità (5). Gallici sollecita le visite in agosto, quando l'esposizione è prossima alla chiusura, vantando che l'elenco delle vedute si è arricchito di un'importante città americana (6). Preannuncia inoltre che è in attesa di un trasferimento importante. Infatti si sposta in Italia, a dicembre del  1846 è a Firenze autorizzato ad allestire uno spettacolo di statue di cera. Come al solito pubblicizza le vedute delle capitali d'Europa e d'America. La novità dell'Esposizione non sta nelle figure in cera che la completano, quanto nelle spiegazioni, negli Avvisi che illustrano le immagini (7).

Ad agosto del 1845, un certo Eugenio Poiteven, allievo del chimico Louis Jacques Thénard, armato di angioscopio (strumento per misurare i vasi capillari) riesce a mostrare immagini ingrandite tre milioni di volte e grazie al Poliorama (insieme vario di immagini) illustra belle vedute (8).

Per quanto riguarda i neologismi dell'avviso ci affidiamo a un passo della monografia che illustra le attività culturali a Modena in data 30 novembre 1844. Le vedute sono diventate un'altra attrattiva, che cattura l'attenzione del pubblico e la loro illustrazione diventa un nuovo genere di spettacolo. Nella cronaca della città si legge:

 

"Alla Compagnia diretta da Corrado Vergnano [si tratta di una compagnia drammatica] si unì pure il signor Poitevin, il quale diede uno spettacolo ottico-meccanico di nuovo genere. Il Poitevin espose il suo Angioscopio a gaz ossi-idrogeno inventato da Drumont che ingrandiva gli oggetti tre milioni di volte. Furono sottoposti all’osservazione degli spettatori mediante il detto istrumento diversi insetti, ed alcune particelle di piante e di animali per ammirarvi la circolazione del succo e del sangue. Il Poliorama invenzione di Horace Vernet che con una semplice modificazione di luce metteva in vista con sorprendente effetto alcune belle vedute fu pure fu pure esposto dal Poitevin con sommo aggradimento del pubblico che ammirò lo spettacolo nuovissimo."

In: Cronistoria dei Teatri di Modena dal 1539 al 1871 del maestro Alessandro Gandini, p. 323 <https://archive.org/stream/bub_gb_iqr1b1gJzs0C/bub_gb_iqr1b1gJzs0C_djvu.txt>

Note

1. Osservatore triestino, n. 15 (4 febbraio1844) nell'avviso il nome è sbagliato Giovanni Heischer; gli avvisi con il nome della coppia si ripetono per tutto il mese di maggio n. 59 (17 maggio 1844), n. 60 (19 maggio 1844), n. 61 (22 maggio 1844)

2. Osservatore triestino, n. 28 (6 marzo 1844), n. 29 (8 marzo 1844)

3. Osservatore triestino, n. 50 (24 aprile 1844), n. 54, 55 (5, 8 maggio 1844); l'avviso si ripete sui n.132 e 135 (2, 9 novembre 1845)

4. Osservatore triestino, n. 122 (11 ottobre 1844)

5. Osservatore triestino, n. 72, 74 (15, 20 giugno 1845), n. 83 (11 luglio 1845)

6. Osservatore triestino, n. 104 (29 agosto 1846)

7. Gazzetta di Firenze, n. 156 (29 dicembre 1846)

8. Osservatore triestino, n. 104 (29 agosto 1845)

 

1844-1845

Johann Fleischer viennese, dagherrotipista Hotel Metternich 803

Fleischer e Pichler viennesi, dagherrotipisti Hotel Metternich 803

Sigismondo Schlesinger viennese, a Trieste studio non segnalato

Sigismondo Hirschsohn & Comp. viennesi, ottici in Corso 593 Casa Costantini e Canal Piccolo 729 Casa Vivante, poi in Corso 702

Franz X. Waibl viennese, ottico meccanico

J. Darier e F. Abresch svizzero e tedesco, dagherrotipisti Contrada nuova 741 Casa Tositti

 

Johann Fleischer e Fleischer Pichler

Ritratti dagherrotipici colorati. Giovanni Heischer [sed Fleischer] del 4 febbraio 1844 su Osservatore triestino n. 59.

Avviso della coppia del 17 maggio 1844 su Osservatore triestino n. 59, 60, 61

Sigmund Schlesinger

Avviso del 6 marzo 1844 su Osservatore triestino n.28

Sigmund Hirschsohn & Comp.

Avviso del 24 aprile 1844 su Osservatore triestino n. 49

Avviso del 2 novembre 1845 su Osservatore triestino n. 132 e ripetuto il 9 novembre 1845 su Osservatore triestino n. 135

J. Darier e F. Abresch

Avviso dell'11 ottobre 1844 su Osservatore triestino n. 122

Romualdo Gallici e Eugene Poiteven

Avvisi del 15, 20 giugno 1845 su Osservatore triestino n. 72, 74 e dell'11 luglio n. 83.

Notizia del 29 agosto 1845 su Osservatore triestino n. 104.

Avviso del 29 dicembre 1846 sulla Gazzetta di Firenze n. 156

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Avviso del 29 agosto 1845 su Osservatore triestino n. 104.


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