Annus mirabilis.
La ricerca si avvale di continui scambi di informazioni sulle nuove tecniche che vengono rese note dai periodici e mettono in evidenza le due strade intraprese.
Da una parte si segnalano i nuovi supporti che conservano le immagini.
Il dialogo tra il francese Jean Baptiste Biot e l'inglese William Henry Fox Talbot è continuo. I due scienziati si scambiano le esperienze e le presentano all'Accademia delle scienze di Parigi periodicamente.
Puntuale è la carrellata delle segnalazioni nell'Osservatore triestino in ordine cronologico.
Nel primo articolo del 27 marzo, intitolato Carte impressionabili, si riferisce la relazione tenuta l'1 febbraio 1841 in cui si citano gli esperimenti precedenti al 1835 di Edmond Becquerel, noto fisico francese che si applica anche allo studio della fotochimica. L'importanza della relazione è che il supporto per l'immagine può essere la carta trattata in modo particolare.
Nel secondo articolo del 26 giugno, intitolato Carta calotipa, si riporta puntualmente quanto descritto da William Henry Fox Talbot in una lettera a Jean Baptiste Biot, lettera letta all'Accademia delle scienze di Parigi il 7 giugno.
Avevamo già incontrato il fisico Biot nel 1839 quando aveva confermato l'importanza della scoperta di Daguerre. A lui si rivolge Talbot descrivendo passo passo la preparazione della carta.
A Vienna e in Germania la riproduzione delle immagini catturate ottiene tali progressi che vengono illustrati in un articolo del 3 aprile dell'Osservatore. L'aggiornamento è attento alla tecnologia, l'altro aspetto che impegna i ricercatori.
Il professore di matematica, tedesco ungherese d'origine, Joseph Petzal, con la consulenza tecnica del viennese Peter Wilhelm von Voigtländer, costruisce una nuova camera ottica capace di produrre ritratti grazie alla sua lente con la lunghezza focale di 160 mm.
Franz Kratochwila (1798-), i.r. funzionario di stato alla contabilità di guerra e uno dei primi fotografi amatoriali a Vienna, pubblica e firma sul periodico Wiener Zeitung n. 19 del 19 gennaio 1841 un articolo che illustra una sua scoperta. Descrive puntualmente il processo che accelera il fissaggio delle immagini sulla lastra con la combinazione dei vapori di clorina, un composto chimico organico fotosensibile, e i vapori del bromo (1).
Tre mesi più tardi nell'articolo dell'Osservatore triestino n. 598 (3 aprile 1841) intitolato La Daguerrotipia a Vienna vengono illustrate le sue ulteriori ricerche " ... si procurò la conoscenza di materie atte non solo ad imprimere sulla piastra d'argento una squisita e incredibile sensibilità, capace di ricevere in pochi secondi una perfetta immagine fotografica, ma ad imprimerla del pari che una ben tersa lamina di rame [sic]".
I fratelli Joseph e Johann Natterer viennesi a marzo dichiarano di aver ottenuto dei ritratti con la camera Voigtländer su lastre preparate con il metodo Kratochwila che porta la sensibilità a soli 5 minuti.
A Vienna nella seconda metà dell'anno viene aperto il primo studio fotografico professionale da parte di Karl Schuch proveniente da Berlino. L'articolo nomina pure il non ben identificato viennese Martin, che si dimostra altrettanto abile.
La nota interessante è la comparsa del termine fotografie da parte dell'articolista nel descrivere la loro opera, termine che sostituisce le cosiddette eliografie.
Note
1. Titolo dell'articolo in Wiener Zeitung p. 39 Wissenschaftliche und kunstnachrichten ueber die Wöglichten Lichtbilder in einer tecniche zu erzeuger. Lo segnalano pure Valentina Liubic Tobich e Wolfgang Kautek nel loro saggio: The daguerreotype at the beginning of the 1840s in Vienna. An attempt to reconstruct newly developed Viennese methods based on the study of the etched daguerreotype from the Technisches Museum Wien. In “Restaurationen blätterpapers in Conservation N. 37” (2020), p. 173-187
Nota 2 p. 186 "All'inizio di ottobre 1840 Kratochwila con una miscela di bromo e cloro ottiene in otto secondi un'immagine nitida. La notizia è segnalata sul Wiener Zeitung, del 19 gennaio 1841. Si può definire questo risultato la prima pietra miliare per la ricerca e l'introduzione di altri alogenuri nel processo di sensibilizzazione e conseguente riduzione dei tempi di esposizione.
L'articolo che oggi suona metaforicamente allusivo non riporta il nome del relatore che firma solo con la lettera V.
in Osservatore triestino n. 595 del 27 marzo
Jean Baptiste Biot (Parigi 1774-1872)
Fisico e matematico francese.
Edmond Becquerel (1820-1891) fisico francese
Si occupa di magnetismo, elettricità e in particolare degli effetti fotochimici.
in Osservatore triestino n. 598 del 3 aprile 1841 in Osservatore triestino n. 634 del 26 giugno 1841
Entrambi gli articoli non sono firmati ma riportano le sigle degli autori.
Josef Maximilian Petzval (1807-1891). Nasce a Spissa Bela Slovacchia allora Regno d'Ungheria. Studia a Buda all'Institutum Geometricum. Matematico, fisico, inventore, dirige a Buda l'Istituto di Geometria Pratica e Architettura Idrologica tra il 1841 e il 1848. Poi copre la cattedra di matematica all'Università di Vienna.
Peter Wilhelm Friedrich von Voigtländer (1812-1878)
Imprenditore, ottico viennese. Fu il primo a costruire per conto di Petzval un obiettivo per ritratti che riduce i tempi di esposizione in quanto è 16 volte più veloce dell'obiettivo utilizzato nelle prime fotocamere dagherrotipiche. Ritratto nel 1843 all'età di 31 anni (dagherrotipo di Johann Baptist Insering).