Giuseppe Malovich (1823-1874) arriva a Trieste da una capitale dell'Impero austro-ungarico, è nato a Buda (1).
Ricordiamo che quasi in contemporanea il giovane ungherese ha preso la stessa decisione del croato Ferdinando Ramann e già nel 1849 a 26 anni si è stabilito in città per esercitare la professione di litografo.
Lo conferma la sua richiesta all'I. R. Magistrato del Tribunale, datata 6 settembre 1849, dove dichiara sito in via Carintia [oggi via Torrebianca] n. 999 il suo stabilimento litografico e instaurando sin dall'inizio dei rapporti di collaborazione o per lo meno di scambio professionale con gli altri litografi attivi in città.
Si unisce in società con Carlo Kunz che dal 1841 è titolare di una litografia che aveva sede, come leggiamo su un avviso apparso su
l'Osservatore triestino del 1 settembre 1842, in via dei Forni n. 1099 1. piano con ingresso anche dalla parte del canale n. 875,
vicino alla i.r. Direzione di posta. Nel 1852 Malovich non solo si associa a carlo Kunz, ma assume la totale direzione della cosiddetta litografia
teatrale quando questo si trasferisce a Venezia (2).
Collabora con Alberto Rieger che disegna e firma assieme a lui numerose litografie comprese quelle dell'Album sul viadotto di Nabresina [Aurisina] tratte da fotografie di Emilio Maza.
Malovich, Ramann, Maza sono quasi coetanei e credono nella possibilità di successo garantita dall'arte fotografica.
Lavorare con i fratelli Rieger nel campo della litografia gli avrà suggerito di intraprendere anche la
fotografia foriera di altro successo.
Note
1. Non a caso abbiamo citato Buda, perché solo nel 1873 le due città Buda a ovest sul Danubio e Pest sulla riva opposta sono state unite a formare Budapest, una delle due capitali dell'Impero austro-ungarico.
2. Carlo Kunz (1813-1888). Nasce a Trieste nel 1813 da Antonio, originario della valle del Vipacco, che possedeva una conceria e godeva di ottima posizione in città. Dapprima studia architettura a Milano e poi a Vienna apprende la tecnica litografica. Tornato a Trieste agli inizi degli anni '40, apre dal 1841 (Rugliano 1983) la sua Litografia in via del Campanile, trasferendola un anno dopo in via dei Forni n. 1099 (l'attuale via Machiavelli). Egli infatti è citato tra i litografi attivi a Trieste nella Guida scematica del litorale austro-illirico e di Trieste del 1843. La sua bottega stampa ritratti, carte topografiche, vedute, e stampe di carattere musicale. Nel 1852 cede la litografia al socio Giuseppe Malovich. In seguito Kunz si trasferisce a Venezia dove si dedica agli studi di numismatica e dove apre una propria bottega antiquaria, divenendo in breve un apprezzato esperto. Fu grazie alla profonda amicizia con Nicola Bottacin, triestino d'adozione e appassionato cultore delle arti e collezionista di monete, che ricopre la carica di direttore del Museo Bottacin di Padova nel 1870-1873. Tornato in quell'anno a Trieste, assume la direzione del Civico museo di antichità di Trieste, carica che ricopre dal 1873 al 1884. Muore a Trieste nel 1888. [da scheda a cura di Claudia Morgan nel catalogo integrato dei beni culturali del Comune di Trieste].
Entrambe le litografie firmate da Giuseppe Malovich presentano vedute della Campagna Stettner disegnate da Alberto Rieger.
Le due litografie presentano inciso il titolo Barcole San Bartolomeo.
Nella prima Guida scematica pubblicata nel 1857 troviamo il nome di Giuseppe Malovich tra i litografi, precisamente ha lo studio in via del Corso n. 665.
Il suo nome scritto Mallowitsch ricompare sulla Guida scematica del 1862 dove si presenta sia tra i litografi con studio in via Carintia 999- 28 sia tra i fotografi in Corso 670– 41 in casa Chesevich.
Negli anni successivi, il suo nome compare scritto, nell'elenco dei litografi, Malovich, nell'elenco di fotografi Mallowitsch [operazione che presenta la versione italiana e tedesca del cognome], infatti manterrà gli stessi studi al medesimo indirizzo sino al 1865 quando decide di chiudere la sua attività come litografo cedendo le lastre incise a Bernardo Linassi che lo annuncia alla sua clientela.
Bernardo Linassi avverte ufficialmente che dal 21 agosto 1865 è divenuto proprietario delle "pietre contenenti incisioni" del sig. G. Malovich che ha cessato la propria attività di litografo, così da poter soddisfare le future richieste dei suoi Avventori.
L' Avviso compare su l'Osservatore triestino n. 195 del 26 agosto 1865
Il 1865 è anno di cambiamenti per il nostro artista, chiude lo studio litografico e sposta lo studio fotografico dal Corso in via del Torrente n. 16.
Il suo atelier in Corso Casa Chesevich 670-41 è stato rilevato nel 1864 dal fotografo Carlo Rieger, fratello di Alberto, e verrà rinominato Studio fotografico Al Progresso dal 1864 al 1865 e poi intitolato ad Anna Scrinzi dal 1865 al 1873 (1).
I fratelli Alberto e Carlo Rieger, compiono lo stesso percorso professionale di Malovich, passano dalla prima formazione nel campo della litografia alla fotografia, e se per Alberto sarà solo una parentesi, per Carlo Rieger e Giuseppe Malovich diventa la professione principale.
Infatti è ben introdotto, rientra nel giro di altolocate committenze che comprendono Pasquale Revoltella, Nicolò Bottacin, l'arciduca Ferdinando Massimiliano, i Sartorio, accede nel 1863 o all'inizio del 1864 al Castello di Miramare per testimoniare la bellezza del luogo e del parco con le sue classiche vedute forse anche per intercessione di Alberto Rieger che vi era già stato, ma non aveva prodotto un servizio completo, ed esegue i ritratti fotografici di Massimiliano e Carlotta.
1. In seguito nel 1905 vi si troverà lo studio di Giancarlo Dall'Armi in Guida generale di Trieste 1905
Il castello di Miramare è per breve tempo la dimora della coppia imperiale Carlotta e Massimiliano che si faranno ritrarre da Malovich in studio.
Carlotta non solo si fa ritrarre nello studio di Malovich, ma frequenta anche il suo Stabilimento litografico di via Carintia 999, dove acquista il materiale che adopera per produrre le sue litografie come attestato da un conto datato 24 settembre 1860. Il rapporto tra i due va visto anche in quest'ottica di maestro ed allieva che si sperimenta non solo nel disegno ma anche nella tecnica di riproduzione dello stesso.
Si può leggere quanto viene acquistato nel documeto dell'Archivio di stato di Trieste AST, FM, b. 31 fasc. 75, c. 577:
"pietre litografiche con una cassa di legno adatta al trasporto,
tre dozzine di gessi con tre punte d'acciao per incidere le litografie,
150 fogli di carta litografica."
Altrettanto sicura è l'attribuzione a Giuseppe Malovich del ritratto di Massimiliano, che è servito alle numerose copie stampate a figura intera, a figura di 3/4 in ovale anche per il quadro di Augusto Tominz del 1868 e il ritratto inciso. Non c'è dubbio che la coppia imperiale si sia fatta ritrarre nello studio triestino, l'arredamento è lo stesso si osservi il tendaggio e il tappeto, anche se bisogna ricordare che gli spazi e gli arredi erano uno standard ormai codificato che veniva prodotto proprio per creare questa ambientazione.
Il primo ritratto a figura intera di Malovich è databile 1864, il secondo in formato carte de visite presenta il logo sul recto del positivo Photographie Weyler Paris e sul verso Photographie Weyler 45 rue Laffitte 45 Paris.
La richiesta di ritratti fotografici del giovane imperatore deve essere stata un vero affare commerciale dopo la sua tragica morte in Messico nel 1867, da qui la copia dello studio parigino di Charles Weyler, attivo dal 1868 al 1890 a Parigi.
Altro ritratto di Massimiliano di Malovich, questa volta il giovane imperatore ha assunto una posa più disinvolta, anche se lo sguardo è rivolto ad un "lontano" che si rivelerà tragico.
Lo studioso Fabio Zubini dichiara nel suo volume Grignano e Miramare (Trieste : Edizioni Italo Svevo, 2010, p. 72) che il fotografo ritrae la Deputazione messicana capeggiata da José Guterriéz de Estrada, presente a Miramare il 10 aprile 1864 per la cerimonia di assegnazione della corona del Messico a Massimiliano e ottiene l'incarico di documentare nei suoi dettagli il castello e il parco. Giornate storiche per Massimiliano che il giorno prima ha rinunciato al diritto di successione e di eredità in Austria davanti ai fratelli l'imperatore Francesco Giuseppe, Carlo Ludovico e Ludovico Vittorio accompagnati da ministri e dignitari in una cerimonia durata appena un'ora.
Lo stesso Malovich sarà anche presente all'arrivo della salma dell'imperatore del Messico e immortalerà la parata funebre, ma della regale cerimonia alla quale accorrono i fotografi attenti agli avvenimenti storici, non abbiamo una documetazione fotografica "maleviciana", solo un fotogramma di Giuseppe Wulz.
Molti membri della famiglia Sartorio frequentano il suo studio, e assieme a loro, altri personaggi importanti dell'entourage altoborghese come è possibile
dedurre dalle carte de visite degli album fotografici della famiglia. Nell'ordine i ritratti di Francesco Sartorio seduto e Pietro Sartorio in piedi.
Giuseppe Malovich
Carry (Carolina) Sartorio e Giuseppina Fontana, 1861
carte de visite
Un quadretto familiare si potrebbe definire questa carte de visite, nonna e nipote si concedono un momento di tranquilla lettura, pura finzione in studio di un atto che nella realtà poteva accadere.
Lo stesso Pasquale Revoltella fa fotografare l'interno del suo palazzo nel formato stereoscopia così da poterlo ammirare in positivi che alludono alla tridimensionalità.
Le vedute della città testimoniano l'interesse del fotografo per i grandi complessi in costruzione, valorizzate da un preciso punto di vista.
In questo caso l'interesse di Malovich è documentare l'imponente Stazione ferroviaria meridionale terminata nel 1857, ripresa dal colle di Gretta nelle varie
fasi di costruzione.
Tra i ritratti in studio anche una popolana con il vestito tradizionale, genere che sarà molto gradito al pubblico e che diventerà una prova d'abilità per tutti i fotografi, e la tipica guardia municipale detta in dialetto “bacolo” [scarafaggio].
Ritratti di Riccardo Bazzoni in atteggiamento disinvolto databili 1861-1862.
Nel 1873 è a Vienna per l'Esposizione mondiale una prova imperdibile per un fotografo professionista, lo testimonia anche la sua collaborazione al catalogo edito nel 1876 dalla Tipografia del Lloyd austriaco, opera che unisce nomi importanti per la storia delle trasformazioni di Trieste, quali Friedrich Bömches, (1829-1898) ingegnere che lavora per la Direzione della Compagnia delle Ferrovie Meridionali (K.K. Priv. Sudbahn - Gesellschaft) nella seconda metà dell'Ottocento, partecipando alla realizzazione del Porto Nuovo, Simone de Syrski, coinvolto nella fondazione ed allestimento del Civico Museo Ferdinando Massimiliano, August Vierthaler geologo, Nicolò Vlacovich insegnante, Giovanni Righetti architetto.
Malovich è un professionista esperto, probabilmente ha percorso tutto il curriculum tecnico dai primi esperimenti con i dagherrotipi alle successive evoluzioni, purtroppo non si sa dove sia approdato il suo archivio (circa 100 positivi sono conservati a Trieste nella Fototeca dei Civici musei, la catalogazione del Fondo storico è ancora in corso e il numero potrebbe aumentare). Ho potuto attribuirgli tre ambrotipi databili 1863 appartenenti al Lascito della famiglia Piacere. Grazie al confronto delle sorelline Piacere ritratte in studio in una carte de visite che presenta il logo di Malovich e ai loro ritratti con la madre e con entrambi i genitori, ambrotipi non firmati, si è ipotizzato da vari elementi (vestiti, età delle effigiate) che lo studio è lo stesso. Un altro elemento che mette in evidenza come l'informazione e le relazioni tra i vari fotografi sono tutte da scoprire, è che l'ambrotipia, essenzialmente un negativo su vetro, è un processo che aveva studiato nel 1850 il francese Gustave Le Gray (1820-1882). Nello studio di Le Gray era stato allievo Carlo Rieger come dichiara un logo del litografo forse in compagnia di Adrien Tournachon o Nadar il giovane fratello di Nadar, Carlo Rieger lavora e subentra nello studio di Malovich in Corso ... ed è probabilmente qui che si è avviato lo scambio di informazioni.
Malovich non conclude la propria carriera a Trieste città alla quale è legato solo dai rapporti di lavoro, non abbiamo informazioni sulla sua vita personale, andrà a Vienna nel 1873 dove muore l'anno dopo.
In tempo stende la sezione intitolata Arti grafiche e disegno industriale (p. 117-141) edita nella Relazione sulla Esposizione mondiale in Vienna nell'anno 1873, (Trieste : Tipografia del Lloyd austro-ungarico 1876) dove dimostra, a fine carriera, una grande competenza su tipografia, calcografia, lavori di incisore, di cesellatore e fotografia. La fotografia “sino a dieci anni fa si poteva ancora dubitare dell'importanza di questa invenzione; oggidì anche i più accaniti avversari sono costretti a riconoscerla” per cui cita i nomi dei grandi studi fotografici comparando i ritratti dell'esposizione di Parigi dell'anno 1867, ma segnalando che anche “gli stabilimenti di secondo rango danno lavori soddisfacenti”: in Italia i Fratelli Vianelli e Antonio Sorgato di Venezia e Michele Schemboche di Firenze, in Austria L. e V. Angerer, Adele Perlmutter , L. Löwy, Ferdinand Luckhardt, E. Rabending, e a Trieste Guglielmo Sebastianutti per i ritratti in albertipia.
A Vienna collabora o si consolida la cooperazione con Ludwig Angerer, già in atto come si può dedurre dall'album di cosiddetti provini che presenta un cartiglio con la seguente iscrizione: Malovich's Ansichten von Miramar, u.s.w. Verlag von Ludwig Angerer k.k. Hofphotograph in Wien. Vervielfältigeng vorbehalten [Vedute di Miramare di Malovich. Edito da Ludwig Angerer fotografo di corte Vienna. Proibita la riproduzione]. L'analisi dell'album, databile al 1864, mette in evidenza che i positivi di prova non riguardano solo il Castello di Miramare e il suo parco, ma in un ordine casuale sono presentati i soggetti più interessanti della città di Trieste per una diffusione nei vari formati. Malovich può aver incontrato Angerer proprio nella sua Budapest … - Angerer vi compie gli studi - e può aver riallacciato i rapporti con il collega ungherese quando entrambi sono qualificati professionisti.
Gli ambrotipi della famiglia Piacere ritraggono Carlo Piacere con la moglie Antonia Giadrossi e le figlie Maria ed Elvira. I due ambrotipi non sono firmati nè in alcun modo si sarebbe potuto risalire al nome del fotografo se non per comparazione con la carte de visite che presenta invece il logo di Giuseppe Malovich. Data probabile 1862.
Iniziamo una breve carellata di fotografie provini
presenti nell'album che Giuseppe Malovich dedica a Miramare.
Sull'etichetta della coperta compare la scritta "Malovich's Ansichten von Miramar"
Triest, u.s.d.
Verlag von Ludwig Angerer K.K. Hofphotograph in Wien.
Vervichfaltigung verbohatten
Vedute di Miramare di Malovich
Trieste, s.d.
Stampa di Ludwig Angerer Imperial Regio Fotografo in Vienna
Vietata la duplicazione
Evidentemente questi documenti fotografici erano destinati alla pubblicazione di un volume edito da Ludwig Angerer fotografo di corte.
Presentiamo le vedute del castello che diventeranno le riprese classiche dell'incantevole dimora.