Da febbraio a giugno 2015 il Salone degli Incanti (ex Pescheria centrale) di Trieste ha ospitato una mostra intitolata "1891-1914 La grande Trieste - Ritratto di una città", voluta dal Comune di Trieste per illustrare, soprattutto attraverso immagini fotografiche d'epoca, i venticinque anni che hanno preceduto lo scoppio della prima guerra mondiale. Un periodo di sviluppo e di straordinaria vitalità della città, sia dal punto di vista economico che negli aspetti sociali e culturali, per cui non è certo esagerato parlare di "grande Trieste" in riferimento agli ultimi decenni dell'amministrazione asburgica, caratterizzati, comunque anche da tensioni e da duri confronti politici. La mostra è stata organizzata e realizzata dalle istituzioni culturali del Comune, Musei civici di storia ed arte, Museo Revoltella, Musei scientifici e Biblioteca Civica "Hortis" e ha presentato quasi esclusivamente oggetti, opere e documenti di proprietà civica: oltre alle fotografie, reperti archeologici, opere d'arte, strumenti musicali, manifesti, modelli navali, giornali, documenti d'archivio. Il percorso si è completato con due sezioni dedicate alla Biblioteca Nazionale Slovena di Trieste e alle Assicurazioni Generali. La mostra ha destato un grande interesse e ha avuto 25.000 visitatori, il migliore risultato di sempre per le mostre (non commerciali) del Salone degli Incanti.
Per conservare la memoria della mostra, di cui non è stato possibile pubblicare il catalogo cartaceo, due delle curatrici, Maria Masau Dan e Claudia Morgan assieme a una collaboratrice, Adriana Casertano (qui i profili), si sono prese l'impegno di costruire e mantenere questo sito web.
Non ci poteva essere luogo più adatto dell'ex Pescheria Centrale, ora Salone degli Incanti, (costruita nel 1913) per ricostruire il percorso storico della “Grande Trieste”, simbolo delle ambizioni cittadine, della fede nel lavoro e del legame profondo col mare. Un luogo che si presta anche alla libertà di progettazione, ad accogliere la contemporaneità, come hanno dimostrato anche mostre recenti, e che meglio di qualsiasi altro rispecchia anche il presente a confronto con la storia.
La ricchezza e la diversità dei contenuti della mostra trovano risposta in un layout espositivo razionale, dal carattere quasi industriale, sviluppato attraverso la reiterazione di una serie di moduli espositivi, grazie al progetto curato dall’architetto Dimitri Waltritsch e arricchito dal design grafico di Matteo Bartoli, con il coordinamento e ordinamento delle sezioni di Lorenzo Michelli.
L’accesso alla mostra consente fin da subito una visione complessiva del piano espositivo (2.000 m2 di superficie), che si articola in un percorso circolare, lungo il quale il visitatore viene stimolato ad approfondire le informazioni relative alla vita del periodo di riferimento (grazie a 300 fotografie).
Alcuni dei principali fatti di cronaca, anche di grande impatto emotivo, sono ricordati con una serie di gigantografie sospese: sedici grandi pannelli fotografici (da 300 x 200 cm) che riproducono immagini dell’epoca scelte dalla collezione della Fototeca dei Musei civici di storia ed arte.
Su altre superfici, sempre di grande dimensione, è testimoniata la straordinaria importanza che la letteratura ha rivestito per Trieste, attraverso il ricordo di brani e citazioni di diversi autori (fra i quali Carolus L. Cergoly, Scipio Slataper, James Joyce, Carlo Marchesetti) scritti nelle lingue originali, che costituiscono una narrativa di supporto a tutta la mostra.