Nell'ottobre 1842 sono presenti a Trieste, ma lo saranno anche nel 1843 per alcune settimane di ottobre e novembre, gli ottici viennesi Waldstein e Gross (1) in casa Costantini in Corso 593 e in casa Vivante presso la Borsa nella contrada del Canal Piccolo n. 729 al primo piano, che vantano un'apparecchiatura di grande precisione per la misurazione della vista - l'ottometro – e vendono ottimi cannocchiali, microscopi e lorgnette [occhialini con uno o due lenti con manico].
L'anno dopo, nel febbraio 1843, si spostano a Venezia dove si presentano nell'avviso come Istituto ottico di B. Waldstein e Carlo Gross, distinti ottici tedeschi che hanno fondato rispettivamente famosi istituti il primo a Monaco e il secondo a Vienna, per fondare uno altrettanto importante nella città lagunare e precisamente in piazza san Marco al n. 64.
La coppia non si occupa di dagherrotipia, ma si accompagna all'eliografo viennese Johann Bosch per far conoscere la "più interessante scoperta del secolo".
Nell'avviso pubblicitario sull'Osservatore triestino del 1842 i sunnominati ottici annunciano la prossima presenza dell'eliografo di Vienna Johann Bosch che “farà conoscere in tutto il suo significato la più interessante scoperta del secolo attuale La Daguerreotipia”, infatti l'avviso datato 8 dicembre conferma l'arrivo dell'eliografo in contrada Baudariù (via Valdirivo) n. 954 al primo piano e raccomanda i suoi “ritratti di daguerrotipia a modici prezzi” (2).
Johann Bosch, un rappresentante della cosiddetta scuola di dagherrotipia di Vienna, arriva a Trieste da Lubiana dopo un soggiorno a Zagabria, dove è presente da marzo del 1842. Come in altre parti d'Europa, il periodico Ilirske narodne novine [Giornale nazionale illirico] il 23 gennaio 1841 nella rubrica "Različite věsti" [Notizie diverse] porta l'attenzione sui dagherrotipi, più precisamente sui progressi tecnologici della loro produzione, che accorciano i tempi di esposizione nella fotocamera da pochi minuti a pochi secondi, il che favorisce il fiorire della fotografia di ritratto. E dopo un anno in un articolo in tedesco intitolato Daguerreotypie in Agram [nome tedesco per Zagabria] sul quotidiano "Croatia" (Zagabria, 25 marzo 1842) si spiega l'utilizzo dei cosiddetti “acceleratori” nella preparazione dei dagherrotipi. L'autore riporta le parole di Johann Bosch che sottolinea il vantaggio dell'utilizzo dei vapori di cloro e bromo. L'uso del cloruro di iodio “richiede 2 minuti e mezzo per un disegno pienamente riconoscibile nelle sue figure ”, mentre il metodo iodio bromuro richiede “solo pochi secondi” e “permette di realizzare immagini di successo secondo il suddetto metodo anche per la tonalità dei colore più diversificata, rispetto ai fototipi che presentano una certa monotonia nel colore e nel tono " (3).
Si deduce che Bosch usa una fotocamera Voightländer con obiettivo Petzval e applica i migliorati processi secondo la scoperta di Franz Kratochwile (una combinazione di cloro e di vapori di bromo) e dei fratelli Natterer (una combinazione di iodio, bromo e cloro), che ottengono la durata dell'esposizione del pannello nella fotocamera ridotta prima a pochi secondi e poi a meno di un secondo.
Oltre ai ritratti, produce vedute di Zagabria dalla Sava e vari angoli della città e luoghi destinati a servire da modelli per litografie.
1842-1843
Waldstein e Gross viennesi, ottici in Corso 593 Casa Costantini e Canal Piccolo 729 Casa Vivante
Johann Bosch viennese, dagherrotipista in Contrada Baudariù 954
Evidenziati in pianta la collocazione degli studi fotografici.
Avviso del 15 ottobre 1842 pubblicato su Il Giornale del Lloyd Austriaco n. 83
Avviso del 4 febbraio 1843 pubblicato a Venezia su Il Vaglio. Giornale di scienze lettere arti n. 5
Avviso del 27 settembre 1843 su Osservatore triestino n. 51.
Avviso del 13 ottobre 1843 su Osservatore triestino n. 58
A destra: Foglio volante pubblicitario di apertura dell'attività commerciale di vendita di occhiali e strumenti ottici a Firenze. Privo di data, è la dimostrazione dell'inarrestabile attività dei due soci che annunciano saranno presenti ogni inverno nella città toscana, garantendo la produzione dei propri prodotti provenienti da Monaco.
Avviso del 7 e 8 dicembre 1842 su Osservatore triestino n. 859, 860 (8, 10 dicembre 1842)