EMILIA MANENIZZA E FRANCESCO PENCO

 

alias F. Penco successore di E. Manenizza

Stabilimento di Fotografia e Cinematografia

 

Francesco Penco nasce a Trieste il 10 aprile 1871 e vi muore il 29 dicembre 1950.

Sposato con Emilia Manenizza fotografa (nata a Venezia il 3 gennaio 1853 e morta a Trieste il 27 novembre 1905) compie il proprio apprendistato nello studio della moglie in Piazza della Borsa 11, casa Ananian.

La donna è fotografa professionista come il fratello Marco e il padre Spiridione che era giunto da Venezia per rilevare lo studio di Johann Baptiste Rottmayer nel 1881  in una zona della città che era già il luogo privilegiato da molti studi, in via Ss. Martiri al n. 1 dal 1871 al 1881 e al n. 3/a dal 1881 al 1882 come attestano le Guide scematiche alla voce Fotografi, le pagine gialle dell'epoca.

Subentrare in un atelier legato al nome di un professionista famoso è una sfida che impegna la famiglia. Si ricorda che Rottmayer aveva aperto due filiali, una a Trieste, spostata poi a Gorizia e una a Graz, dopo esser diventato famoso a Vienna come fotografo di corte già negli anni Sessanta.

 

I due fratelli Emilia e Marco Manenizza che mantengono agli inizi il logo Atelier Rottmayer  trasferiscono lo studio in Piazza della Borsa 11 dal 1889 al 1902.

Allo stesso indirizzo troveremo negli anni più tardi lo studio Benque.

Marco continua a lavorare sino al 1895, poi Emilia da sola conduce lo studio, sottoponendosi a degli impegnativi traslochi, la ritroviamo nel 1902 in piazza della Borsa 7 e dal 1905, anno della sua morte, in Corso 9.

Solo nel 1907 il marito, Francesco Penco, ne cambia la ragione sociale.

 

Dal 1895 la fotografa, rimasta priva della collaborazione del fratello, si avvale di vari giovani apprendisti e il suo studio diventa una scuola di formazione professionale.

A cavallo del secolo vi lavora Giovanni Cividini (1879-1959), che acquisisce ed affina le proprie conoscenze di fotografia sino a diventarne il direttore. Cividini nel 1905 costituisce con l'aiuto dei due fratelli, Pietro e Carlo e di un parente, Ernesto Busetti, un proprio studio fotografico con annessa camera oscura, utilizzando a questo scopo la terrazza al primo piano di via S. Spiridione 7 ove risiede.

Altri fotografi quasi tutti coetanei imparano il mestiere presso lo studio Manenizza e a loro volta apriranno atelier di notevole prestigio: Ezio de Rota (1879-1952), Ugo Horn (1876-1944), un non identificato Snidarsich.

Ma ritorniamo a Penco il prescelto nella successione.

 

Inizia a lavorare con la moglie dopo un'esperienza negli Stati Uniti, poiché dai registri degli emigranti a New York si sa che il 25 maggio 1898 sbarca a Ellis Island.

Nel 1902 lo ritroviamo: è attivo a Trieste in quanto fotografa lo sciopero dei fuochisti del Lloyd e fotografa a Venezia le macerie del campanile di San Marco.

Nel 1904 sposa Emilia.

La differenza d'età è notevole tra i due, la donna forse anche per problemi di salute sceglie la strada del matrimonio per garantire un futuro allo studio e una continuità all'azienda di famiglia. La pubblicità del 1904 recita: “Servendosi della luce elettrica di due lampade da 1500 candele, i fotografi dello studio Penco riescono con successo a fotografare anche al buio”. Lo studio risulta tra i più innovativi della città: può produrre in un'ora fino a 250 fotografie.

 

Sul verso dei cartoncini si legge “Primo studio fotografico a luce elettrica assunzioni artistiche, si eseguisce lavori con qualsiasi tempo - Emilia Manenizza Trieste Piazza della Borsa 7”.
Nel 1906 Penco chiede il permesso al comune "di fotografare nelle scuole normali gruppi di allievi".
Nel 1909 il suo studio si trova in Corso n. 14 come appare nella Prima guida tascabile di Trieste. (Trieste : Luzzatto, 1911, p. 158) e nell'inserto pubblicitario in L'Indipendente, a. 33, n. 5 (6 gennaio 1909) che viene ristampato più volte per tutta l'annata 1910. Il testo recita “Il sottoscritto si prega raccomandare alla Spettabile Clientela e P.T. Pubblico la sezione speciale per ingrandimenti testè introdotta nel suo rinomato studio fotografico. A mezzo di macchinario di proprio sistema, coll'ausilio di valenti artisti, e nulla trascurando dei moderni portati dell'arte ha raggiunto tal grado di perfezione da soddisfare ogni esigenza. Ingrandimenti da corone 10 in poi, secondo le dimensioni richieste. Francesco Penco fotografo Corso 14”.

 

La sua fama è consolidata.

Il 14 novembre 1909 compare l'avviso su il Piccolo che gli è stata affidata “l'assunzione fotografica delle opere dei Civici musei alla condizione che ne fornisca gratuitamente copie ai musei e a un prezzo ridotto un certo numero di copie da distribuirsi nelle scuole comunali”. Il professionista ha colto un'ulteriore possibilità di farsi conoscere e di diffondere le proprie fotografie ad un livello popolare, d'altra parte i musei si avvalgono della possibilità di documentare scientifcamente e oggettivamente il proprio patrimonio culturale e di farlo conoscere a livello popolare grazie alla riproduzione fotografica.

 


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