a cura di Claudia Morgan 13 gennaio 2021
Pietro Opiglia, Gloriette di Villa Sartorio 1911
La bellezza di questo giardino è strettamente legata alla storia della famiglia Sartorio che vede protagonisti il capostipite Pietro e il primogenito Giovanni Guglielmo Sartorio.
La racconteremo... ma nel frattempo vogliamo affascinarvi con le immagini storiche del luogo.
Si susseguono vedute del parterre, della gloriette e della serra com'erano.
Questa galleria di immagini riproduce le stampe degli scatti di Giuseppe Franceschinis databili 1875 conservate nella Fototeca dei Civici Musei di Trieste. Da sinistra Il parterre della villa con l'unica presenza Carolina Sartorio moglie di Pierino con il cane, La gloriette, La serra con la porta aperta da cui si vede il busto di Pietro, Un angolo della serra.
La veduta generale della serra di Villa Sartorio databile 1875 si deve a Giuseppe Wulz. La stampa è conservata nella Fototeca dei Civici Musei di Trieste.
A sinistra la Gloriette fotografata da Mario Circovich prima del 1910 (Catalogo dei beni culturali dei Civici Musei di Trieste). Altre due inquadrature dei fabbricati esistenti nel parco di Villa Sartorio di autore non identificato 1880 ca. (Catalogo dei beni culturali dei Civici Musei di Trieste).
La prima immagine è una fotografia della Gloriette scattata da Pietro Opiglia al tempo delle trattative tra il Comune e gli eredi Sartorio per l'acquisizione della proprietà, tra 1910 e 1911. Le altre fanno parte di un servizio dello stesso Opiglia negli anni successivi che attestano la mancata opera di un giardiniere. (Catalogo dei beni culturali dei Civici Musei di Trieste)
In questa serie di immagini sono interessanti le didascalie apposte ai positivi: Angolo con divano e caminetto. Caminetto e stufa in maiolica bianca. Tavolo circondato da sedie, in un angolo busto in marmo, grande specchiera e altri due busti a lato della porta. Cavallo con carretto davanti alle scuderie. (Catalogo dei beni culturali dei Civici Musei di Trieste)
Eugenio Pizzolato
Villa Sartorio 1864
acquerello
Il pittore nato a Venezia vi risulta attivo dal 1857 e nel 1864, anni in cui le sue opere di paesaggio sono presenti alle mostre triestine. Protetto dal barone Pasquale Revoltella su sua commissione dipinge Châlet nella Villa Revoltella e Paesaggio nel 1862 (Museo Revoltella). Il buon rapporto con il collezionismo triestino è anche testimoniato dalla presenza, nel 1885, di suoi dipinti nella raccolta del collezionista Luigi Franellich (1823-1886), Marina con grande arco naturale, La casa di Petrarca a Arquà, Castello in rovina sopra una collina alla sponda di un fiume (Museo Revoltella) e dall'acquerello Villa Sartorio a Montebello (Museo Sartorio).
Un confronto per la datazione dell'opera di Eugenio Pizzolato. Il grande salone della villa viene presentato nell'acquerello ricoperto dall'edera sino all'elevata terrazza, i platani del parterre sono meno alti, non è presente la fontana con la statua bronzea. Si può pensare ad una situazione precedente rispetto a quella presentata dalle fotografie.
Un prezioso confronto tra pittura e fotografia ci è offerto anche da Carlo Wostry che ci lascia questa bella veduta da un particolare punto di vista in cui si notano i quattro cavalli fuggitivi verso l'infinto. E' stato influenzato dallo scatto di Giuseppe Franceschinis? Possiamo datare l'opera grazie a questo suggerimento?
Carlo Wostry Giuseppe Franceschinis
I cavalli di Villa Sartorio Gloriette post 1880
olio su tela
Confronto per la datazione
La villa Sartorio prima del restauro 1994. Foto di proprietà Claudia Morgan
Negli anni Novanta la mia attenzione al parco è indotta da due studiose, Patrizia Mazzei e Alberta Esposito, che censiscono tutte le piante allora presenti nel giardino e consegnano la loro relazione al Verde Pubblico. Nel frattempo mi contattano per capire come Giovanni Guglielmo Sartorio avesse acquisito la competenza per creare una tale meraviglia, in quanto avevano saputo della mia catalogazione della biblioteca Sartorio conservata nelle librerie del Museo Sartorio.
Fatale fu per me la mia prima visita al giardino che confesso aveva molti aspetti affascinanti - e l'incantamento dura ancora oggi - : camminare in uno spazio verde chiuso al pubblico, condividere l'entusiasmo di Patrizia Mazzei, il mio Virgilio, che mi illustrava il tipo di piante e rispondeva alle mie semplici domande cercando di farmele identificare.
Conoscere un'altra proprietà della famiglia Sartorio che era diventata un bene pubblico e comprendere che un nuovo percorso di studio si offriva alla mia attenzione fu veramente una sfida entusiasmante.
Nel 1910 l'erede del patrimonio della famiglia Sartorio, Anna Sartorio Segrè decide di vendere a un prezzo scontato la villa e il parco di strada di Fiume alla città di Trieste.
Dopo una lunga trattazione la vendita si conclude, ma e per lunghi anni questa rimane sconosciuta alla cittadinanza e lo stato di abbandono è ben evidente fino a quando ... non partono i restauri di villa e giardino. Le foto attestano le condizioni precedenti ai lavori.
Mauro Zorzenoni fotografo dell'Ufficio stampa del comune immortala il prezioso momento di riapertura del giardino.
Nelle prime due foto l'entrata principale al complesso in via dei Modiano, l'altra scenografica sulla via dell'Istria.
La villa, in realtà una vecchia casa di campagna, con il parterre dominato dai centenari platani già maestosi nell'Ottocento.
Il salone e gli edifici di servizio.
Vedute dalla gloriette e il muro perimetrale esterno su via dei Sartorio.
Foto di Claudia Morgan
Foto di Claudia Morgan