Wilhelm Engel (1824-1891)

alias    Guglielmo Federico Engel            Photographie von W. Engel                Wilhelm Friedrich Engel                          W. Engel

 

Una premessa metodologica.

Molto spesso la difficoltà di accedere a documenti ufficiali ha creato rispetto a quelle che si ritengono semplici verifiche anagrafiche, risultati non sempre attendibili. Chi si spostava da una località all'altra d'Europa, non sempre dotato di un passaporto o per lo meno un documento rilasciato da un'autorità, si autopresentava o autorappresentava e le sue generalità venivano trascritte così come venivano dichiarate. Da qui errori da più punti di vista, errata trascrizione del nome dovuta alla grafia, alla traslitterazione da un altro alfabeto o dettata dalla pronuncia, errata datazione, talvolta un ripensamento sull'età da dichiarare...

 

La presenza di un fotografo germanico, insediato in città dal 1853, che otterrà una notevole clientela e fama, è legata ad una scelta operata dal Lloyd austriaco riguardante le proprie attività. Dal 1849 ha creato al suo interno la terza sezione, rispetto alla prima che si occupa di pura assicurazione e alla seconda di navigazione a vapore. La terza sezione letterario-artistica, lo dice il nome stesso, si dedica agli aspetti culturali e promuove agli inizi le pubblicazioni periodiche, le gazzette del Lloyd specificamente, ma anche opere letterarie ed artistiche. Infine nel marzo 1854 apre il primo studio fotografico affidandolo a Guglielmo Federico Engel.

 

 Friedrich Wilhelm Engel risulta nato a Fulda (nel Kurhessen, nell'Assia elettorale) nel 1824 data confermata per due volte nel 1858:

  • nella Nota ms che egli stesso invia all'I.R.Direzione di Polizia il 4 maggio 1858 come riporta Italo Zannier in tutti i suoi saggi e prima di lui i curatori dell'opera Fotografia italiana dell'Ottocento;

  • nel Liber copulatorum Civitatis Theresianae il 3 agosto 1858 che registra il suo matrimonio e riporta tutti i suoi dati compresi quelli dei genitori, della moglie e dei testimoni.

 Nel censimento del 28 febbraio 1859 afferma a chi rileva i dati d'essere nato nel 1824 a Monaco di Baviera, di abitare con la moglie Amalia Andreanna Luser (nata a Trieste nel 1825) e la figlia Emma (nata a Trieste nel 1856) in via di Chiozza n. 1518 [oggi via Crispi].

È dall'agosto 1853 residente a Trieste (1) proveniente da Francoforte sul Meno secondo Guido Botteri che cita la fonte da cui trae l'informazione, i verbali-protocollo del Lloyd [conservati presso la Biblioteca Civica  all'epoca della consultazione nel 1984] (2).

 

La pagina del censimento del 1859 si legge chiaramente: Engel Guglielmo, fotografo del Lloyd, nato a Monaco di Baviera nel 1824 [sed Fulda], coniugato con Amalia, nata a Trieste nel 1825, Emma figlia, nata a Trieste nel 1856. Fa parte della famiglia Maria Bait, serva, nata a Tolmino nel 1829, nubile.

La discordanza sul nome della città natale è dovuto al fatto che i censimenti si basano sulle dichiarazioni verbali degli intervistati, non su documenti ufficiali, da qui la confusione o le discordanze.

 Nella registrazione del matrimonio del 3 agosto 1858 nel Liber copulatorum 1858 si leggono nelle caselle prestampate informazioni che inquadrano meglio il personaggio: di professione fotografo, ha 34 anni, cattolico, da 4 anni abita a Trieste; i genitori entrambi defunti sono Michael Engel litografo e Francisca Johannis. Il nome completo della moglie è Amalia Andreanna Luser nata a Trieste, di 36 anni, cattolica, i genitori anche nel suo caso morti sono Joannes Luser di professione proxeneta, la madre Francisca Sittenthaler. L'abitazione di Engel è da quattro anni in via Boschetto n. 1928 dove da un anno convive con la donna e la figlia.

Confrontando l'atto di matrimonio del 1858 e il censimento del 1859, si constata che l'età di Amalia non corrisponde, dichiara nel primo d'avere 36 anni, quindi è nata nel 1822, non nel 1825 come è scritto nel successivo censimento. Non è la prima volta che nei censimenti si registrano errori di questo tipo! Gli ufficiali preposti dal comune registravano quanto veniva affermato, senza avere alcuna possibilità di controllo.

Non si conoscono le motivazioni della scelta da parte del Lloyd di Engel e quanto fosse noto il fotografo tedesco di 30 anni così da precludere la strada ad altri concorrenti, né si hanno informazioni precise sul suo apprendistato.

Un elemento che può aver contribuito alla sua formazione e orientato la sua attenzione al mondo della riproducibilità della realtà è la professione del padre, un litografo che nel 1858 è già scomparso. Molto probabilmente la sua esperienza si è completata a Francoforte sul Meno, dove gli studi di fotografi dagherrotipisti stanno avendo successo, in particolare quello di Hermann Biow (1804-1850) che, secondo la consuetudine itinerante della professione, dopo aver aperto uno studio eliografico ad Altona presso Amburgo nel settembre 1841, ne apre uno a Berlino, poi a Francoforte e infine a Dresda. Dal 1844 Biow si specializza in ritratti di politici, scienziati, artisti, compresi i membri dell'Assemblea Nazionale tedesca di Francoforte che compariranno nel 1848 in un album di 125 litografie. Biow morirà a Dresda il 20 febbraio 1850 per una misteriosa malattia, in realtà per l'inalazione dei vapori di mercurio.

La probabile formazione come litografo ci ricorda il simile percorso seguito da Carl Durhaim (Berna 1810- 1890), che apprende la litografia a Parigi ancora molto giovane negli anni 1827-1828, divenuto itinerante, apre nel periodo 1835-1837 un proprio atelier a Berna, ritorna a Parigi nel 1845 per imparare la dagherrotipia e nel biennio 1848-1850 è a Francoforte sul Meno per praticare la fotografia su carta (3).

La nostra ipotesi, non corredata da prove ma confermata da Guido Botteri nelle pagine che illustrano l'attività del Lloyd austriaco in "Giuseppe Wulz. La fotografia" (p. 39-48), è che Wilhelm Engel si sia interessato e forse si sia sperimentato nel produrre dagherrotipi in studi simili a quello di Hermann Biow se non nello stesso, così da poter vantare una formazione di fotografo alcuni anni dopo.

In ogni caso i giovani intraprendenti si muovevano inseguendo le novità della tecnica fotografica e ne coglievano i miglioramenti contribuendo alle richieste del pubblico. Resta un mistero chi abbia suggerito il nome di Engel e quale motivo abbia spinto lo stesso Engel a lasciare le città tedesche Fulda e Francoforte, quest'ultima per stabilirsi a Trieste. 

Dopo un anno di buon lavoro nel 1856 il titolare Engel, che guadagna 1200 fiorini all'anno con la gratifica di dicembre 400 fiorini, viene affiancato da due fotografi con il compito di assistenti supplenti, anch'essi provenienti da Monaco di Baviera, un certo  Hacker non ben identificato con lo stipendio annuo di 800 poi elevati a 1000 fiorini nel secondo anno e un certo Schulz e dall'apprendista fotografo Franz Schwarzbeck (1838-1867) stipendiato 15 fiorini al mese, un diciassettenne nato a Trieste, il cui padre, un umile calzolaio, è boemo di Nässbach e la madre proviene da Planina (5).

La scelta di tali fotografi d'origine tedesca è operata dal direttore dello Stabilimento artistico, un non ben identificato Ahswaldt per i nostri studiosi triestini, in realtà Julius Ohswaldt editore degli Annuari marittimi del Lloyd. Probabilmente egli si affida alla comprovata fama della fotografia che in terra germanica primeggia sia per la tecnica di produzione di macchine e obiettivi sia per i numerosi affermati fotografi presenti .

Lo Studio fotografico del Lloyd Austriaco, Photographisches Atelier des Oesterreichischen Lloyd, attivo sicuramente dal 1 aprile del 1855 con tale staff sotto il dirigente artistico pure proveniente da Monaco il sig. Serfmayer, si dedica in particolare alla produzione di ritratti, venendo meno a quanto si era annunciato sui periodici locali, cioè alla produzione di vedute (paesaggi, località, edifici) e alle scene di genere, sulla base delle quali sarebbero state eseguite le incisioni in acciaio per le edizioni dei settimanali Letture di famiglia e Illustrirtes Familienbuch des österreichischen Lloyd.

 

 

 

 

 

Su il periodico Il Diavoletto il primo avviso dello Studio Fotografico del Lloyd austriaco appare sul n. 90 del 1 aprile 1855  e viene ripetuto per una settimana sui n. 93 - 96 rispettivamente dal 4 al 7 aprile 1855.

L'avviso Belle Arti. Studio fotografico del Lloyd austriaco (Via dei Fiori, dietro casa Reyer) compare su L'Osservatore triestino n. 151 del 3 luglio 1855. Si noti l'errore tipografico dell'indirizzo "Via dei fiori".

Lo firma "Un ammiratore imparziale", infatti l'elogio della produzione dello Studio fotografico diretto così abilmente dal sig. Engel elenca "l'esattezza, e mirabile riuscita di tutti i lavori..." e specialmente dei ritratti di cui si possono vedere "alcuni bellissimi esemplari esposti dal signor Favarger", editore e libraio, che non vengono sottoposti a colorazione o correzioni "ma sono la riproduzione esatta della persona nel fisico e nel morale". Inoltre si ricorda che grazie alla fotografia si possono avere in un momento il ricordo "delle adorate sembianze del caro estinto" riproducibili nelle quantità desiderate e nel caso si fosse lontani, c'è la possibilità di richiederne copie grazie al numero che le contraddistingue. L'articolo termina con l'illustrazione del vantaggio "più universale" cioè la possibilità di produrre vedute di monumenti, città, paesaggi in fotografie così da poterne ricavare delle incisioni su acciaio per illustrare i due periodici Letture di famiglia e Familien Buch editi dalla Sezione artistico letteraria del Lloyd.

Lo stesso articolo compare su Il Diavoletto n. 182 (5 luglio 1855) esattamente due giorni dopo, così da informare il più numeroso pubblico di lettori del quotidiano.

Su L'Osservatore triestino  n. 120 dell'8 maggio 1856 si loda l'operato dello Studio del Lloyd che produce ritratti che ricordano le miniature su avorio, opere del fotografo sig. Engel.

 Inoltre la sede non è all'inizio quella prevista al Tergesteo o nel Palazzo della Borsa, cuore pulsante della città, ma al di là del canale in via dei Forni 892 - contrada così denominata in quanto sino al 1796 vi sorgeva l'edificio dei Forni Pubblici - (5) nella casa del sig. Zoratti dietro la casa Reyer, l'attuale via Nicolò Machiavelli su cui si affaccia il lato lungo del Palazzo delle Generali.

In pianta gli Studi fotografici dei Rieger in Corso e Piazza del Ponterosso (in rosso) e di Wilhelm Engel in via dei Forni (in azzurro). La vetrina per l'esposizione delle fotografie dello studio sarà quella del negozio Favarger al Tergesteo.

 

Su Il Diavoletto n. 25 del 25 gennaio 1856 si pubblicizza lo Studio fotografico del Lloyd austriaco di cui si possono vedere le fotografie nelle vetrine della sala di lettura del Tergesteo.

Su L'Osservatore triestino  n. 180 del 10 agosto 1857 finalmente lo Studio si è trasferito al Tergesteo.

La pubblicità su questo periodico è costante: inizia nel mese di agosto continua a ottobre sino a dicembre con cadenze quasi settimanali.

Solo nel 1857 il Lloyd trasferisce lo studio da via dei Forni al Tergesteo, scala 2 al IV piano, affidandolo ai due fotografi e a due pittori, come si dichiara nella Guida scematica di quell'anno sia nella Terza sezione letterario-artistica del Lloyd sia nella sezione Fotografie. Lo attestano inoltre gli Avvisi apparsi su l'Osservatore triestino dall'agosto dello stesso anno e per tutto il 1858 a cadenza mensile.

Engel mantiene il contratto con il Lloyd, in quanto risulta che continua a percepire un salario di 1400 fiorini sino a tutto il 1858, ma l'idea di mettersi in proprio lo spinge già il 10 agosto 1858 a chiedere 100 fiorini in anticipo e un permesso di un mese, richieste entrambe respinte con la motivazione che si doveva riprendere l'attività dello studio a pieno ritmo rallentato durante la calda estate.

Nel frattempo il 30 luglio del 1859 ottiene la cittadinanza austriaca così ha la possibilità di richiedere la licenza commerciale per poter esercitare in proprio e continuare a ritrarre la buona borghesia triestina che lo preferisce rispetto agli altri fotografi presenti sulla piazza, proprio perché l'appartenenza dello studio al Lloyd è già una garanzia.

Il 3 luglio del 1859 annuncia su Il Diavoletto le sue dimissioni dallo Stabilimento fotografico del Lloyd austriaco e l'apertura prossima, il primo settembre, di un suo Studio fotografico. La decisione di abbandonare una posizione sicura può essere dettata dall'occasione di mantenere lo studio nello stabile e negli spazi dapprima occupati dallo Stabilimento fotografico del Lloyd, forse di gestire lo stesso archivio di lastre... soprattutto quelle dei ritratti, quindi per lui non si tratta di un ricominciamento, ma solo di continuare la propria attività da indipendente.

Puntualmente compare l'avviso sullo stesso periodico il 3 settembre del 1859 de "Lo Studio Fotografico di W. Engel in via dei Forni dietro la casa Reyer al nro. 892 dalle 9 antim. alle 5 pomerid".

Con un'iniziativa che ben presto si diffonde tra i direttori degli studi fotografici, si pubblicizza sui quotidiani. Un suo avviso appare per tutto l'anno sul Il Diavoletto nel 1860, fornendo semplicemente l'indirizzo - in contrada dei Forni dietro la casa Reyer - e l'orario d'apertura dell'atelier “tutti i giorni dalle 9 alle 5 pomeridiane” (6).

 

Dal 3 settembre 1859 al 27 gennaio1868 mantiene lo studio in via dei Forni 892 -10 dietro la casa Reyer (dal 1866 semplicemente n. 10).

Ottiene vari riconoscimenti del proprio operato.

Nel luglio del 1862 partecipa all'Esposizione di Belle Arti organizzata dalla Società Schiller che vien puntualmemte segnalata su Il Diavoletto, a. 15, n. 178 del 29 luglio 1862.

Un altro esempio tra i tanti trovato casualmente.

Tra i documenti relativi alla corrispondenza tra Vienna e il canonico Raicic per la produzione di un calendario relativo all'anno 1863 a cura Associazione denominata Krippen Verein  cioè  Associazione dei presepi a  beneficio degli asili nido ed orfanatrofi, si nominano due fotografie del Castello di Miramare per la copertina del calendario, una, si specifica la più sfocata di Winkelm Engel, l'altra con una veduta più ampia comprendente il golfo di Trieste di cui non si nomina l'autore ma forse dello stesso Engel (7).

Il commento del giornalista riguardante le fotografie di Wilhelm Engel non entra nel merito dei soggetti rappresentati si limita ad un elogio elegante "Poco o nulla lasciano desiderare", ma lo stesso trattamento riserva alle fotografie di W. Bünger che definisce "Pure molto commendabile".

 

Un altro esempio della sua riconosciuta maestria, - trovato casualmente - è tra i documenti della corrispondenza del canonico Raicic inviata a Vienna. Vi si tratta della produzione di un calendario dell'anno 1863 a cura dell' Associazione dei presepi [ Krippen Verein] da vendere per trarne un ricavato a beneficio degli asili nido ed orfanatrofi. La scelta per la copertina del calendario si focalizza su due fotografie del Castello di Miramare di cui una, si specifica la più sfocata, è opera di Winkelm Engel, l'altra presenta una veduta più ampia comprendente il golfo di Trieste. Di questa non si nomina l'autore perchè forse è lo stesso Engel (7).

 

 Note

 1. Nota dell'I.R. Direzione di Polizia n. 8137/198, Trieste 4 maggio 1858 conservata nell'Archivio storico della Biblioteca Civica in: Italo Zannier in Giuseppe Wulz e la fotografia a Trieste nell'800. Nota 61, p. 130 e riproduzione fotografica a p. 93

2. Guido Botteri, Cronache di mezzo secolo 1868-1918 in “Giuseppe Wulz. La fotografia a Trieste 1868-1918”, p. 35-69, riferisce che Engel è chiamato da Francoforte per lavorare nello studio fotografico del Lloyd già nel 1853 e cita anche lo stipendio che gli viene attribuito, 800 fiorini annui che diventano 1200 nel 1856 per il buon risultato ottenuto con la gratifica di altri 200 fiorini a dicembre. Nello stesso anno viene assunto un altro fotografo Hacher di Monaco di Baviera con 800 fiorini di stipendio ed un apprendista a 15 fiorini al mese.

3. Carl Durheim in <https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/029478/2004-07-22/>

4. Italo Zannier, Giuseppe Wulz e la fotografia a Trieste nell'800 in “Giuseppe Wulz. La fotografia a Trieste 1868-1918”, p.73-131 ripete in accordo con Botteri i nomi dei fotografi assunti nel 1856, cambia solo la grafia Hacker rispetto a Hacher, specifica i loro salari, al primo 800 fiorini annui al secondo 1000, conferma l'apprendista fotografo Franz Schwarzbeck, e novità aggiunge il nome di un direttore artistico per lo stabilimento, un certo sig. Serfmayer di Monaco di Baviera.

5. Planina abitato nella valle carsica del fiume Unec a circa 9 km da Postumia.

6. [Avviso] in Il Diavoletto, a. 13, n. 28, 40, 45, 51, 66, 79, 95, 102, 105, 122, 135, 145 (2, 16, 22, 29 febbraio; 17 marzo; 2, 22, 29 aprile; 4, 24 maggio; 10, 22 giugno1860)

7. Archivio di stato di Trieste. Atti di polizia. Busta 47 fasc. 708 1862

 

 

 

 

Il logo permette di datare la carte de visite in quanto il numero 892 individua il caseggiato, dal 3 settembre 1859 al 1863.

 Ritratti di capitani marittimi nello studio Photographie von W. Engel, 1863

La datazione è suggerita dall'indirizzo in quanto il numero 892 in via dei Forni indica il caseggiato con il numero catastale. Collezione del Civico Museo del mare.

 

I rappresentanti delle famiglie più importanti di Trieste, Giovanni Guglielmo Sartorio e Pasquale Revoltella, ritratti sulla stessa poltrona e nello stesso angolo dello studio di Wilhelm Engel, nel 1863.

Guglielmo Sartorio e Pasquale Revoltella ritratti nello studio di Wilhelm Engel nel 1863 sono già presenti in questo sito in Pasquale Revoltella: i ritratti fotografici negli album della famiglia Sartorio

 Wilhelm von Teghetoff ammiraglio austriaco ritratto nello studio di Wilheln Engel nel 1866, si presume dopo la vittoria della Battaglia di Lissa del 20 luglio 1866.

Molto probabile che lo studio fotografico vicino al porto gli sia stato consigliato in quanto godeva di una buona fama, e - si presume - che la carte de visite sia diventata un'icona da esibire da parte della popolazione austriaca.

L'ammiraglio seduto con il berretto posato sulle ginocchia, con lo sguardo fisso ad un altrove, si staglia su un fondale neutro, severo e impassibile, reggendo con la mano la spada del comando.

 

Su La Baba n. 45 del 12 agosto 1866 si avverte il pubblico che sono disponibili i ritratti litografici dell'ammiraglio Tegethoff  a cura dell'editore Alessandro Levi e che presso l'ottico Silbermann in Corso 2 sono acquistabili i ritratti fotografici dei principali ufficiali di marina che presero parte alla battaglia di Lissa.

 

 

Il logo permette di datare la carte de visite in quanto il numero 10 compare nel 1863. Engel lascerà lo studio il 27 gennaio 1868.

 Nel marzo del 1865 lavorano nello studio di Engel come aiutanti fotografi: Francesco Schwarzbeck, ormai 27enne, che continua la sua collaborazione iniziata ben dieci anni prima nell'atelier del Lloyd sino al 1867 quando muore, Giovanni Ortolani di 19 anni e Giuseppe Wulz di 22 anni, tra i lavoranti viene nominata anche una donna Maria Covacich. Siamo a conoscenza dei loro nomi trascritti nei verbali del processo per la denuncia di un furto imputato a Giovanni Ortolani, furto che si dimostra di tale piccola entità da non avere grosse conseguenze per il giovane apprendista.

 La lettura della documentazione dei due processi nei confronti degli Ortolani richiesti da Engel ci immette in un clima di tensione di non facile ricostruzione che coinvolge spesso i nuovi professionisti.

Il primo processo si svolge nel marzo 1865 contro il giovane Giovanni accusato di appropriazione di materiale fotografico, un semplice cartoncino tratto dalla spazzatura, e il secondo nel 1867, conseguenza del primo, si svolge contro lo stesso Giovanni, il fratello Francesco e il padre Giuseppe. In breve i tre uomini incrociando il 27 luglio dello stesso anno il celebre fotografo, uscito dal suo studio, lo raggiungono per ingiuriarlo “birbante e vile” e per minacciarlo di percosse e di un tuffo in acqua, inseguendolo sino al Canal Grande, in quanto lo ritengono responsabile della mancanza di lavoro sia di Giovanni sia di Francesco, quest'ultimo definito “agente di commercio ed ora per mancanza d'occupazione dedito all'arte fotografica”. Si riferiscono al processo di Giovanni di due anni prima, di cui perdurano – sembra – le conseguenze. I testimoni confermano l'accaduto, ma il tutto sembra più un processo alle intenzioni che a “pubblica violenza” come era stato definito.

Il difensore degli Ortolani insiste anche sul probabile fraintendimento delle parole pronunciate nell'occasione, in quanto Engel parla malissimo l'italiano. Il ricorso attenua le pene e l'accaduto non impedirà ai fratelli Ortolani d'avviarsi a loro volta a un'interessante carriera di fotografi.

Negli anni successivi tra gli aiutanti e allievi di Engel si conta pure Luigi Boccalini, che alla partenza di Engel da Trieste nel 1868, organizza con Giuseppe Wulz uno studio in piazza della Borsa 10, la cooperazione dei due avrà il logo Allievi di Engel. Il nome del fotografo visto il successo avuto tra la borghesia che conta a Trieste e che si è ritratta a frotte per riempire gli album di famiglia è un carta da giocare finché la loro propria abilità tecnica non giunga a superarlo.

L'abbandono da parte di Engel della sua attività a Trieste è forse dovuta a un grave incendio scoppiato nella notte del 26  gennaio del 1868 che coinvolge gli ultimi piani dell'edificio in via dei Forni 10.

La notizia è resa nota su Il cittadino, a.3, n. 23 del 28 gennaio 1868 in cui si sottolinea che l'incendio si scatena in una soffitta proprio sotto lo stabilimento fotografico del sig. Engel e che alimentato dal forte vento solo grazie "alla lodevole gara tra pompieri e spazzacamini onde domare il vorace elemento" si riuscì ad evitare che si propagasse alle case vicine e ai navigli della vicina riva. Anche  fu "lodevole il contegno di quella parte di popolazione accorsa che coadjuvò a far cessare il pericolo." L'articolo chiude con una notizia interessante "A quanto si dice lo stabilimento fotografico del sig. Engel sarebbe assicurato per 12.000 fiorini".

L'articolo ci informa che il professionista Engel ha assicurato il suo stabilimento, ma i danni sopportati dal suo archivio di lastre, frutto di anni di lavoro, la distruzione degli arredi e delle suppellettili, delle apparecchiature e della camera oscura può averlo indotto a un ricominciamento ma in un'altra città.

Infatti lo ritroviamo a Graz nello stesso anno.

 

 

 

 

 Ritratto di giovane donna Graz, 1868 ca.

carte de visite

Ritratto di Elise Köbl, Graz 1872

carte de visite

 

 

Ritratto di due fratelli gemelli, Vienna 1870

carte de visite

Sul verso presenta il logo dello studio viennese Photograpisches Atelier W. Engel Alserhautpstrasse 27 Wien

 

 

 

 

 

Ritratto di Moriz Kaposi dermatologo, Vienna 1872 ca.

carte de visite

Nel 1868 Engel si trasferisce a Graz dove apre uno studio sino al 1872 in Realschulgasse n. 171 “nella corte del Cafe Schuster” come deduciamo dalla data posta su una carte de visite con il ritratto della vecchia signora Elise Köbl.

Infine preferisce stabilirsi nella capitale. Dal 1872 o 1873 al 1891, è a Vienna in Alserhauptstrasse 27. Qui aderisce alla  Photographische Gesellschaft Società Fotografica di Vienna (1) di cui è membro dal 1874.

Muore a Graz il 22 agosto del 1891.

 

Nota

1. La Società fotografica viene fondata nel marzo del 1861 a Vienna su modello delle associazioni fondate a Parigi e a Londra esistenti già dal 1850. Lo scopo che si prefigge è di aumentare l'interesse per le immagini fotografiche, la promozione delle conquiste tecniche e la creazione di una biblioteca specializzata che è oggi la più interessante e ricca sul tema. I membri della Società hanno dato un contributo significativo alla ricerca e allo sviluppo della fotografia artistica e scientifica al servizio dell'astronomia, della microscopia e della scienza dei raggi X. Tra i membri fondatori i fotografi: August Artaria e F. Paterno, Peter Wilhelm Friedrich Voigtlànder, Ludwig Angerer, Franz Antoine, Johann Bauer, Ernst Birk, Rudolf Finger, Josef Homolatsch, Emil Hornig, Karl von Jagemann, Karl Josef Kreutzer, Karl Lemann, K. Mahlknecht, Anton Georg Martin,  Achilles Melingo von Saginth, Josef Petzval, Anton Schrotter e Anton Widter. Il numero dei membri aumenta rapidamente dopo la fondazione, dai 149 membri del 1864 ai  207 nel 1869.

Tra i fotografi operanti a Trieste annoveriamo come soci: lo stesso Wilhelm Engel, Ludwig Angerer, Wilhelm Weintraub, Giuseppe Malovich.

 

 

Bibliografia

Italo Zannier Fotografia in “Enciclopedia monografica del Friuli-Venezia Giulia. 3 la storia el cultura”. Parte terza, Udine : Istituto per l'Enciclopedia monografica del Friuli-Venezia Giulia, 1980, p. 1855-1870

Fotografia italiana dell'Ottocento, Milano ; Firenze: Electa : Alinari, 1979, p.154-155

Wilhelm Engel in <http://www.ipac.regione.fvg.it/aspx/ViewProspEstesa.aspx?idAmb=120&tp=vRAP&pNum=0&idsttem=6&tsk=FOTOGRAFO&idScheda=407>


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