Giuseppe Malovich (1823-1874) arriva a Trieste da una capitale dell'Impero austro-ungarico, è nato a Buda.
Già nel 1849 a 26 anni si è stabilito in città per esercitare la professione di litografo. Lo conferma la sua richiesta all'I. R. Magistrato del Tribunale, datata 6 settembre 1849, dove dichiara sito in via Carintia [oggi via Torrebianca] n. 999 lo stabilimento litografico e instaurando sin dall'inizio dei rapporti di collaborazione o per lo meno di scambio professionale con gli altri litografi attivi in città.
Si unisce in società con Carlo Kunz che dal 1841 è titolare di una litografia e nel l852 ne assume la totale direzione quando quest'ultimo si trasferisce a Venezia.
Collabora con Alberto Rieger che disegna e firma numerose litografie incise dal litografo comprese quelle dell'Album sul viadotto di Nabresina [Aurisina] tratte da fotografie del vero di Emilio Maza,
Entrambe le litografie firmate da Giuseppe Malovich presentano vedute della campagna Stettner disegnate da Alberto Rieger.
Le due litografie presentano inciso il titolo Barcole San Bartolomeo.
Raggiunge la fama come fotografo dal 1858 quando apre uno studio in Corso 670 – 41 in casa Chesevich. Lo stesso atelier sarà rilevato negli anni successivi dal fotografo Carlo Rieger, fratello di Alberto, che sarà conosciuto come Studio fotografico al progresso dal 1864 al 1865 e poi intitolato ad Anna Scrinzi dal 1865 al 1873 (1).
I fratelli Alberto e Carlo Rieger, compiono lo stesso percorso professionale di Malovich, passano dalla prima formazione nel campo della litografia alla fotografia, e se per Alberto sarà solo una parentesi, per Carlo Rieger e Giuseppe Malovich diventa la professione principale (2).
Giuseppe Mallowitsch, così agli inizi viene stampato il suo nome, segnala la propria presenza in città sulle Guide scematiche - sia come litografo sia come fotografo 4 - non ricorre alla pubblicità sui periodici locali, evidentemente la sua fama non ha bisogno di ulteriore diffusione.
Infatti è ben introdotto, rientra nel giro di altolocate committenze che comprendono Pasquale Revoltella, Nicolò Bottacin, l'arciduca Ferdinando Massimiliano, i Sartorio, accede nel 1863 o all'inizio del 1864 al Castello di Miramare per testimoniare la bellezza del luogo e del parco con le sue classiche vedute forse anche per intercessione di Alberto Rieger che vi era già stato, ma non aveva prodotto un servizio completo ed esegue i ritratti fotografici di Massimiliano e Carlotta.
Lo studioso Fabio Zubini dichiara nel suo volume Grignano e Miramare (Trieste : Edizioni Italo Svevo, 2010, p.72) che il fotografo ritrae la Deputazione messicana presente a Miramare il 10 aprile 1864 per la cerimonia di assegnazione della corona del Messico capeggiata da José Guterriéz de Estrada a Massimiliano e ottiene l'incarico di documentare nei suoi dettagli il castello e il parco. Giornate storiche per Massimiliano che il giorno prima ha rinunciato al diritto di successione e di eredità in Austria davanti ai fratelli l'imperatore Francesco Giuseppe e Carlo Ludovico e Ludovico Vittorio accompagnati da ministri e dignitari in una cerimonia durata appena un'ora.
Lo stesso Malovich sarà anche presente all'arrivo della salma dell'imperatore del Messico e immortalerà la parata funebre.
Molti membri della famiglia Sartorio frequentano il suo studio, e assieme a loro, altri personaggi importanti dell'entourage altoborghese come è possibile dedurre dalle carte de visite degli album fotografici della famiglia.
Lo stesso Pasquale Revoltella fa fotografare l'interno del suo palazzo nel formato stereoscopia così da poterlo ammirare in positivi che alludono alla tridimensionalità.
Le vedute della città testimoniano l'interesse per i grandi complessi e mantengono il gusto pittorico che valorizza il punto di vista. Tra i ritratti in studio
anche una popolana con il vestito tradizionale, genere che sarà molto gradito al pubblico e che diventerà una prova d'abilità per tutti gli studi, e la tipica guardia municipale detta in
dialetto “bacolo” [scarafaggio].
Nel 1873 è a Vienna per l'Esposizione mondiale una prova imperdibile per un fotografo professionista, lo testimonia anche la sua collaborazione al catalogo edito nel 1876 dalla Tipografia del Lloyd austriaco, opera che unisce nomi importanti per la storia delle trasformazioni di Trieste, quali Friedrich Bömches, (1829-1898) ingegnere che lavora per la Direzione della Compagnia delle Ferrovie Meridionali (K.K. Priv. Sudbahn - Gesellschaft) nella seconda metà dell'Ottocento, partecipando alla realizzazione del Porto Nuovo, Simone de Syrski, coinvolto nella fondazione ed allestimento del Civico Museo Ferdinando Massimiliano, August Vierthaler geologo, Nicolò Vlacovich insegnante, Giovanni Righetti architetto.
Malovich è un professionista esperto, probabilmente ha percorso tutto il curriculum tecnico dai primi esperimenti con i dagherrotipi alle successive evoluzioni, purtroppo non si sa dove sia approdato il suo archivio (circa 100 positivi sono conservati a Trieste nella Fototeca dei Civici musei, la catalogazione del Fondo storico è ancora in corso e il numero potrebbe aumentare). Si è recentemente potuto attribuirgli tre ambrotipi databili 1863 appartenenti al Lascito della famiglia Piacere. Grazie al confronto delle sorelline Piacere ritratte in studio in una carte de visite che presenta il logo di Malovich e ai loro ritratti con la madre e con entrambi i genitori, ambrotipi non firmati, si è ipotizzato da vari elementi (vestiti, età delle effigiate) che lo studio è lo stesso. Un altro elemento che mette in evidenza come l'informazione e le relazioni tra i vari fotografi sono tutte da scoprire, è che l'ambrotipia, essenzialmente un negativo su vetro, è un processo che aveva studiato nel 1850 il francese Gustave Le Gray (1820-1882). Nello studio di Le Gray era stato allievo Carlo Rieger come dichiara un logo del litografo forsein compagnia di Adrien Tournachon o Nadar il giovane fratello di Nadar, Carlo Rieger lavora e subentra nello studio di Malovich in Corso ... ed è probabilmente qui che si è avviato lo scambio di informazioni.
Malovich non conclude la propria carriera a Trieste, andrà a Vienna nel 1873 dove muore l'anno dopo. In tempo stende la sezione intitolata Arti grafiche e disegno industriale (p. 117-141) edita nella Relazione sulla Esposizione mondiale in Vienna nell'anno 1873, (Trieste : Tipografia del Lloyd austro-ungarico 1876) dove dimostra, a fine carriera, una grande competenza su tipografia, calcografia, etc. lavori di incisore, cesellatore e fotografia. La fotografia “sino a dieci anni fa si poteva ancora dubitare dell'importanza di questa invenzione; oggidì anche i più accaniti avversari sono costretti a riconoscerla” per cui cita i nomi dei grandi studi fotografici comparando i ritratti dell'esposizione di Parigi dell'anno 1867, ma segnalando che anche “gli stabilimenti di secondo rango danno lavori soddisfacenti”: in Italia i Fratelli Vianelli e Antonio Sorgato di Venezia e Michele Schemboche di Firenze, in Austria L. e V. Angerer, Adele Perlmutter , L. Löwy, Ferdinand Luckhardt, E. Rabending, e a Trieste Guglielmo Sebastianutti per i ritratti in albertipia. A Vienna collabora o si consolida la cooperazione con Ludwig Angerer, già in atto come si può dedurre da un album di cosiddetti provini che presenta un cartiglio con la seguente iscrizione: Malovich's Ansichten von Miramar, u.s.w. Verlag von Ludwig Angerer k.k. Hofphotograph in Wien. Vervielfältigeng vorbehalten [Vedute di Miramare di Malovich. Edito da Ludwig Angerer fotografo di corte Vienna. Proibita la riproduzione]. L'analisi dell'album, databile al 1864, mette in evidenza che i positivi di prova non riguardano solo il Castello di Miramare e il suo parco, ma in un ordine casuale sono presentati i soggetti più interessanti della città di Trieste per una diffusione nei vari formati. Malovich può aver incontrato Angerer proprio nella sua Budapest … - Angerer vi compie gli studi - e può aver riallacciato i rapporti con il collega ungherese quando entrambi sono qualificati professionisti.