All'interno della variegata e composita struttura dello Stato asburgico, Trieste occupava una posizione del tutto eccezionale. Già nell'atto di dedizione che la città aveva sottoscritto con la Casa d'Austria nel 1382, le venivano riconosciuti tutti privilegi dell'autonomia.
La risoluzione imperiale del 1° ottobre 1849, riconoscendo questo diritto, conferiva alla città e al suo territorio la dignità di Reichsunmittelbare Stadt, “città immediata dell'impero”: si trattava di uno speciale status di origine carolingia che privilegiava solo poche città di un rapporto diretto con l'imperatore. Il Comune assumeva così diritti di rappresentanza politica pari a quelli che altrove erano propri delle province.
Inoltre molte competenze dello stato - dai pubblici servizi al commercio, dalle scuole alla sanità, dalla salvaguardia del patrimonio artistico alla cultura - venivano delegate in via fiduciaria al Consiglio comunale della città, retto dal Podestà.
Il 31 gennaio 1906, per punire il Comune per il suo atteggiamento apertamente irredentista, un provvedimento del Governo revocò numerose di queste attribuzioni che vennero affidate ad un ufficio statale appositamente creato, il Consiglierato di Luogotenenza.
La sera del 23 maggio 1915, giorno della dichiarazione di guerra dell'Italia, il luogotenente annuncia la revoca del Consiglio comunale e del Podestà in carica, Alfonso Valerio, e l'affidamento dell'amministrazione a un commissario imperiale.
Comun, sm. comune, comunità, comunitade, comunitate; meter in comun, m. avv. mettere in combutta, o in comunanza; el popolo comun. met. il popolo, il comune e il contado: — „ Lo sa el popolo comun. = Lo sa il popolo, il comune e il contado;“ roba del comun roba de nessun, m. prov. asino di molti i lupi se lo mangiano.
Ernesto Kosovitz - Dizionario - Vocabolario del dialetto triestino, e della lingua italiana, Tipografia Figli di C. Amati, Trieste, 1890