Circolo  Giuseppe Caprin

Fotografi a servizio dell'editoria

Beer Alois (1840-1916)                              Bolle Giovanni (1850-1924)

Brusa Giovanni Battista (1830-1920)     Circovich Basilio (1848-1899)

Dall'Armi Giancarlo (1880-1928)            D'Elia Damaso (1827-1894)

Franceschinis Giuseppe (1852-1918)      Lergetporer Benedikt (1845-1910)

Niggl Enrico (1849-1893)                         Pettener Alfredo (1862-1943)

Polli Vittorio (1865-1946)                        Sebastianutti & Benque (1879-1898)

Zanutto Mino (1840-1913)

 

Ritratto di Giuseppe Caprin

 

Giuseppe Caprin (1843-1904) nato in una modesta famiglia, il padre è un semplice operaio, si forma frequentando l'Accademia reale di commercio e di navigazione di Trieste aperta nel maggio del 1817. Ben presto il giovane Caprin sceglie un'altra strada più vicina ai suoi interessi, rispetto agli studi commerciali che aveva intrapreso, quella del giornalismo. E' attratto dal nuovo clima che si respira in città e si impiega nello Stabilimento tipografico del Lloyd triestino che sta pubblicando la collana dei Classici italiani a dispense. L'opera si presenta dal punto di vista editoriale molto elegante e particolarmente corretta, inoltre è un mezzo di propaganda del pensiero italiano.

Collabora ai giornali triestini e a sua volta dà vita a propri periodici, in ordine cronologico: 

Il Pulcinella (1864-1865), L'Arlecchino (1865-1866), il bimensile Il Pulcinella politico (1865), poi Il Pulcinella politico di Trieste (1866). 

Affida i suoi studi e ricerche a vari volumi che pubblica con accuratezza corredati non solo da disegni e incisioni ma anche da interessanti fotografie che richiede ai fotografi suoi amici e rifiniti professionisti. Consapevole della loro preziosa collaborazione, in ogni volume edito segnala puntualmente i fotografi che gli hanno fornito i documenti fotografici.

Alcuni li abbiamo già segnalati Alois Beer, Basilio Circovich, Sebastianutti & Benque, gli altri li conosceremo anche grazie a lui.

 

Franceschinis Giuseppe (1852-1918)

Scopriamo sulla sua carta d'identità provvisoria rilasciata nel 1915 e conservata presso l'Archivio di stato di Trieste che è nato nel 1852 precisamente il 12 febbraio e che la sua professione è fotografo.

Franceschini Giuseppe

Adele Borghi nel ruolo di Carmen, Trieste 1890

carte de visite

Foto conservata nell'Archivio fotografico G. Ricordi & C.

Nasce a Cividale del Friuli da Sebastiano e Margherita Querini il 12 febbraio 1852.

Rarissime sono le notizie riguardanti il suo trasferimento a Trieste e la sua formazione, una in particolare attira la nostra attenzione. Il suo nome compare nell'Archivio Ricordi sotto la voce baritono fotografo e a lui viene attribuito il ritratto di Adele Borghi mezzosoprano nel ruolo di Carmen del 1890. La data può essere confermata da altri dati.

Sappiamo che nel 1887 è direttore dello stabilimento fotografico di Emilio Sambo successore a Rottmayer (1) in via Ss. Martiri 5 ma, probabilmente nel 1888, si trasferisce a lavorare con Antonio Eram (2) di cui rileva l’anno successivo l’atelier in Corso 35, Infatti comunica con un’inserzione sui giornali il subentro nello studio a partire dal primo giugno 1889.

Pubblica periodicamente avvisi pubblicitari nei quotidiani L’Indipendente Il Piccolo che informano "G. Franceschinis studio fotografico Corso numero 35. Aperto tutti i giorni dalle ore 8 antim. alle 6 pomeridiane". Già un anno dopo l’apertura dello studio acquista "fama d’artista valente e coscienzioso", esponendo le fotografie su tableau in Corso, sulla facciata di palazzo Hirschel. Sono lavori molto apprezzati e lodati dai giornali locali per la rassomiglianza e l'esecuzione accurata.

Reso famoso dalle belle fotografie riprodotte nei volumi di Giuseppe Caprin Marine Istriane e in quello dedicato alle Pianure friulane, si specializza in ritratti "di qualsiasi grandezza, riproduzioni ingrandimenti, gruppi, equipaggi, cavalli e qualunque altro lavoro con tutta perfezione, esattezza e sollecitudine". Le sue foto sono messe in mostra anche in negozi diversi dal suo: quando muore Giorgio Benussi un suo ritratto è esposto nella vetrina del floricultore Maron. Un ingrandimento splendido specialmente per il risalto dei singoli dettagli di modellazione onde l’immagine dolce e soave dell’estinto si presenta nella sua vera e viva espressione. Il ritratto è da tutti ammiratissimo.  

Si trasferisce quindi in Piazza Goldoni dal 24 agosto del 1904 con entrata in via Silvio Pellico n. 1 sino al 1914. La Guida scematica del 1904 spiega che: "Lo studio fotografico G. Franceschinis col giorno 24 agosto si è trasferito nella nuova palazzina in Piazza Goldoni (ingresso via Silvio Pellico 1). In tale occasione lo studio fotografico si è provveduto di tutto quanto è indispensabile per raggiungere la massima perfezione nel campo fotografico. Ottemperando ai desiderii della mia spettabile clientela di annettere allo studio una sezione speciale per gli ingrandimenti in pastello, in acquerello, ad olio, chiaro-scuro e platinotipia ho assunto quale socio il sig. Ettore Leoni (3) pittore accademico e specialista in questo genere il quale dirigerà personalmente tale sezione. Dal 1914 al 1915 risiede in via Risorta, 1".

 

Note

1. Emilio Sambo tipografo e fotografo si definisce "Sambo Emilio successore a Rottmayer" Via Ss. Martiri 5 negli anni 1887-1892.

2. Antonio Eram si presenta sul mercato con la denominazione Fotografia Daguerre di Eram A. in piazza della Borsa 6 dal 1883 al 1884, poi Fotografia Daguerre di Eram A.& C. in Piazza della Borsa 8 (vis a vis al Tergesteo) dal 1884 al 1885, infine Fotografia artistica ed industriale A. Eram in Corso 41 dal 1885 al 1888, nel 1889 sulla Guida scematica dell'anno lo studio risulta in Corso 35. 

3. Su Ettore Leoni pittore non ho reperito alcuna infomazione.

Carellata di vedute in Marine istriane

Isola d'Istria.

Altre vedute di Pirano prodotte da Giuseppe Franceschinis sono visibili nel sito nella sezione riguardante gli Inizi della Fototeca dei Civici Musei di Storia ed arte

 

 

 

Giuseppe Franceschinis

Donne al pozzo, Pirano ante 1889

Carellata di vedute in Friuli Venezia Giulia

Vedute di varie località: nell'ordine da sinistra Cavenzano-Campolongo al Torre,attualmente il paese ha assunto il nome di Campolongo al Torre dopo l’unificazione dei due comuni, si trova a nord est di Cervignano; Mossa in provincia di Gorizia; Palazzo del Mestre a Medea 1892, Monfalcone la strada principale ante 1892.

 

Avviso sulla Guida scematica del 1904.

Carellata di ritratti

Donne che lavorano: filandere cioè operaie specializzate nella lavorazione dei bozzoli di bachi da seta all'interno delle filande, impagliatrici, coppia di popolani.

 

 

 

 

Fotografia Daguerre di Eram A.

Sofia Brill, 1883

Piazza della Borsa 6

formato gabinetto (110x170 mm)

 

 

Fotografia artistica ed industriale A. Eram

Popolana con i figli, 1889

Corso 35

formato gabinetto (110x170 mm)

 

 

 

 

Giuseppe Franceschinis

Ritratto di madre e dei suoi figli, ante 1904

formato gabinetto

 

In : In Pugliese Sabina, Fotografi a Trieste : elenco dei fotografi attivi in città dal 1839 al 1918. San Dorligo della valle : Luglio editore, 2017, p. 60.

 

 

 

 

Giuseppe Franceschinis

Cresimanda, 1911

formato gabinetto

 

 

In: Pugliese Sabina, Fotografi a Trieste : elenco dei fotografi attivi in città dal 1839 al 1918. San Dorligo della valle : Luglio editore, 2017, p. 58.

 

 

 

Giuseppe Franceschinis

Ritratto di bambina, 1900 ca.

 

 

 

Giuseppe Franceschinis

Quartetto triestino, 18 marzo 1901

 

Franceschinis è il marito di una sorellastra di Guglielmo Oberdan, Adele Ferencich (1867-1937) (1). Il fotografo romano Della Valle Giuseppe immortala verso la fine del 1878 Guglielmo Oberdan che, dopo aver disertato, studia a Roma alla facoltà di Fisica. Una foto importante perché Oberdan stesso dirà che è copia della mia ispida fisionomia. Dopo la sua morte, furono fatte della stessa diverse riproduzioni da vari studi fotografici tra cui Sebastianutti e Benque e Franceschinis.

Uno dei suoi tre figli, Nino, collabora alla direzione dello stabilimento paterno fino al 1915, anno in cui sarà internato dagli austriaci, a Katzenau, fino al 1918. Il giovane morirà nel 1921.

Giuseppe Franceschinis si trasferirà a Roma dopo il 1915 dove il figlio Livio (1895-1962) lavora presso le Assicurazioni Generali.

Il fotografo morirà il 26 dicembre 1918.

 

Nota

1. La notizia è data nel saggio: Angelo Scocchi, Guglielmo Oberdan : tra maestri, amici e compagni a Trieste e a Vienna la sua educazione spirituale. Trieste : Casa editrice adriatica, 1926, p. 29

 

 

Della Valle, Giuseppe

Ritratto di Guglielmo Oberdan, Roma 1878

carte de visite

Niggl Enrico (1849-1895 ca. )

alias E. Niggl

Nasce a Innsbruck il 18 maggio 1849.

Acquisisce le prime nozioni di fotografia nella sua città, poi si forma nello studio dello zio Giovanni Battista Rottmayer e Zintl a Graz negli anni Settanta. Segue gli spostamenti di Rottmayer prima a Trieste e poi a Gorizia, dove collabora con la moglie di Rottmayer, Francesca, sino al giorno in cui ne rileva lo studio a Gorizia nel 1881 in via Giardino n. 77/12, presentando nello stesso anno la regolare richiesta così formulata "Avendo io sottoscritto preso per mio conto il [sic] studio fotografico della sig.ra Francesca Rottmayer al n. 77/12 di via Giardino in questa città, insto che mi venga rilasciata la relativa licenza industriale per l'eserizio al suddetto n. di casa".

La sua opera di fotografo attivo a Gorizia è segnalata sull'Illustrazione italiana che nel 1883 pubblica quattro incisioni xilografiche tratte dalle sue vedute goriziane di Piazza Grande con la Chiesa di Sant'Ignazio, Convento e chiesa di Castagnevizza, Tomba dei borboni, Il castello, la Villa ove il conte di Chambord passa l'inverno. Lavora a Gorizia sino al 1893.

Nel 1891 collabora con i fotografi Giuseppe Franceschinis e Mino Zanutto di Trieste e Damaso D'Elia di Aquileia all'esecuzione delle fotografie utilizzate per illustrare il libro di Giuseppe Caprin Pianure friulane edito a Trieste nel 1892. 

Nel 1893 dopo 12 anni di intenso lavoro, decide di lasciare la città, grazie all'eredità ricevuta dalla moglie Anna Huber, e di trasferirsi a Düsseldorf, cedendo lo studio all'assistente Anton Giuseppe Giovanni Schmalz (nato a Lubiana il 14 marzo 1859) suo collaboratore dal 1890, marito della figlia Anna Ida Guglielmina dal 7 marzo 1895. 

Lo Studio fotografico E. Niggl di Schmalz Antonio rimarrà aperto a Gorizia in Corso G. Verdi 30 dal 1893 al 1902.

 Bibliografia

Brambilla, Giancarlo Gli studi fotografici attivi dal 1860 a Gorizia e in provincia in "Il territorio : studi e note di intervento culturale dalla Bisiacaria alla Mitteleuropa", A. 12, n.s. n. 11/12 (giugno-dicembre 1999), p. 75-93

Gorizia in posa con 158 fotografie commentate da Luciano Spangher e Sergio Tavano. Gorizia : Goriziana, 1989. 199 p. : ill. ; 32 cm.

Enrico Niggl

Il duomo di Gorizia, 1890 ca.

In: Giuseppe Caprin, Pianure friulane, p. 451

Enrico Niggl

Via Rastello a Gorizia, 1890 ca.

In: Gorizia in posa. Gorizia : Goriziana, 1989

Enrico Niggl

Piazza Grande a Gorizia, 1890 ca.

In: Gorizia in posa. Gorizia : Goriziana, 1989

 

Enrico Niggl

Traghetto sull'Isonzo, 1890 ca.

In: Gorizia in posa. Gorizia : Goriziana, 1989

Enrico Niggl

Ponte cosiddeto del Torrione costruito nell'XI secolo come raccordo tra Gorizia e la regione Friuli Venezia Giulia, 1890

In: Gorizia in posa. Gorizia : Goriziana, 1989

D'Elia Damaso (1827-1897)

Damaso D’Elia, chimico farmacista ma anche appassionato fotografo, ha lasciato tracce del suo lavoro di ricognizione del territorio aquileiese ricco di testimonianze archeologiche.

Laureatosi a Padova il 10 Agosto 1853 presso la Facoltà di Medicina Chirurgia e Farmacia professa presso l'Ospedale Civico di Capodistria tra il 1866 e il 1869. Nel 1870 rileva la farmacia di Aquileia da Vincenzo Zandonati. Unisce alla sua attività lavorativa la passione per la fotografia al punto da ottenere un'autorizzazione governativa di fotografare, ogni tre anni, i reperti ed i locali dei musei, con un diritto esclusivo. Documentazione che sarà in parte utilizzata dall'editore e scrittore Giuseppe Caprin nel suo capitolo Aquileia in "Pianure friulane" edito nel 1892.

E' consigliere e vicepresidente del Consiglio scolastico locale, inoltre nel 1873 inaugurato dal Comune di Aquileia il Museo Patrio della Città, partecipa all'attività del curatorio, museo che diverrà pochi anni dopo l’Imperial Regio Museo dello Stato, istituito dalla monarchia asburgica nel 1882 presso la villa ottocentesca appartenuta alla famiglia Cassis Faraone.

Nel 1896 il suo primogenito Romano, mentre sta facendo pratica in farmacia, viene aggredito e ucciso da alcuni malviventi.

Muore un anno dopo nel 1897. 

 

La sua collaborazione all'opera di Giuseppe Caprin Pianure friulane del 1892

 

 

 

 

Aquileia, post 1873

carte de visite

Fotografia che che apre il capitolo "Aquileia" nel volume di Giuseppe Caprin Pianure friulane.

 

 

 

 

 

 

Damaso D'Elia

Busto in marmo, 1892

In: Caprin Giuseppe, Pianure friulane, 1892, p. 41

 

 

 

Damaso D'Elia

Il duomo, 1892

In: Caprin Giuseppe, Pianure friulane, 1892, p. 271

 

 

 

 

 

Damaso D'Elia

La via principale Aquileia, 1892

In: Caprin Giuseppe, Pianure friulane, 1892, p. 265

 

 

 

 

Damaso D'Elia attr.

Barcaiuola sul fiume Natissa, 1892

Brusa Giovanni Battista (1830-1920)

Nasce a Venezia 1 gennaio 1830 e vi muore 1 gennaio 1920. Le date di nascita e di morte sono indicate dalla Wannenes Art Auction, casa d'aste che presenta il suo famoso Album intitolato Ricordo di Venezia del 1831.

Rarissime sono le informazioni riguardanti la sua attività. Nel Dizionario dei fotografi a cura di Oriana Goti, Roberto Spocci, Angela Tromellini leggiamo: BRUSA Giovanni Battista (att. 1860-1883 ca.). attivo a Venezia in S. Bartolomeo Corte degli Spiriti 140 e a  Milano in via Vivaio 4 (1883 doc.). Dopo il 1872 si dedica alla riproduzione meccanica della fotografia con l’eliotipia.

Ottiene numerosi riconoscimenti per le sue fotografie inalterabili: viene premiato, nel 1876, all’Esposizione della Société française de photographie (SFP Società Francese di fotografia) dove presenta una Série de vues de Venise prises d’après nature (19 immagini), 9 Reproductions d’oeuvres d’art (gravures, tableaux, sculptures) e 2 Têtes de Christ d’apres Guido Reni.

Un premio gli viene conferito dal R. Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti. 

Ottiene una medaglia d’oro all’Esposizione di Rovigo del 1877. Una medaglia d’oro gli viene conferita all’Esposizione di Parigi del 1878 dove espone ” fotografie inalterabili ottenute col sistema della Eliotipia; altre col sistema della Bromotipia. Edizioni di opere d’arte (Albo)” ed una all’Esposizione di Milano del 1881 per le sue edizioni in eliotipia. Il Brusa è noto per le belle vedute di Venezia e di Milano. Un premio gli venne conferito dal R. Istituto veneto di scienze, lettere ed arti.

 

 

Scheda di Giovanni Battista Brusa

in Piero Becchetti, Fotografi e fotografia. Roma : edizioni Quasar, 1978, p. 122 

 

 

 

 

 

 

 

Giovanni Battista Brusa

Dettaglio di finestra della Scuola di san Rocco Venezia, post 1882

Sara Filippin, Primi materiali sulla presenza della fotografia alla Scuola grande di san Rocco a Venezia, p. 71

In : MDCCC 1800 : rivista annuale. Venezia : Edizioni Ca Foscari, 2019

La parte che ci interessa è sottolineare nel saggio di Sara Filippin, Primi materiali sulla presenza della fotografia alla Scuola Grande di san Rocco in Venezia, p. 67-92 quanto afferma.

La Scuola nella seduta di cancelleria del 13 dicembre 1883 prende in considerazione di affidare l'esclusiva di fotografare le opere d'arte ad un artista dietro il pagamento di una tassa. La scelta cade il 28 marzo 1886 su Giovanni Battista Brusa, importante fotografo attivo sia a Milano sia a Venezia. Lo stesso Brusa è molto convincente in quanto afferma che con le fotografie si promuoveva l'arte italiana e si sarebbe stimolato l'afflusso dei visitatori con conseguente benefico guadagno.

 

 

Giovanni Battista Brusa

Funerali di Daniele Manin, Venezia 1868

 

Le ceneri di Daniele Manin (1804-1857) ritornano a Venezia il 22 marzo 1868.

 

 

 

 

Coperta del famoso album di Giovanni Battista Brusa intitolato

Ricordo di Venezia del 1890.

Album contenente 12 fotografie all’albumina, ciascuna incollata su cartoncino, (mm. 275x375), con in calce timbro a secco del fotografo "G.B.Brusa Venezia".

Vedute presenti nell'album.

Collaboratori all'opera Alpi Giulie

Bolle Giovanni (1850-1924)

 

 

 

Giovanni Bolle in divisa di Hofrat

(collezione Giovanni Battista Panzera).

Nasce  il 16 gennaio 1850 a Prosecco, frazione del comune di Trieste in una famiglia slovena.

La sua formazione scolastica è tipicamente asburgica, frequenta la Fachschule an der Technik [Istituto tecnico] di Graz dal 1867 al 1870.

Nel 1871 viene assunto come assistente all’Imperial regio Istituto bacologico sperimentale di Gorizia che, grazie alla sua attività, conclusasi nel 1912, diviene in seguito l'I. R. Istituto chimico-agrario sperimentale di Gorizia. Nel 1880 a trent’anni ne diventa direttore, perseguendo una direttiva che caratterizza la sua attività, quella di mantenere la "catena di unione tra scienza e pratica".

Fu un grande divulgatore a cui si devono centinaia di pubblicazioni di volgarizzazione, ma anche trattati, soprattutto di bachicoltura, ramo in cui eccelleva, che ebbero l’onore di più edizioni e di traduzioni in una dozzina di lingue.

Eminente  studioso si applica a ricerche aventi fini pratici e volti a sollevare gli agricoltori dai problemi epocali che li attanagliavano: le malattie del baco da seta e le “pesti”, soprattutto di origine americana, che, nella seconda metà dell’Ottocento, devastavano i vigneti. La viticoltura e l’enologia, così importanti nel Friuli austriaco, furono in effetti l’altro suo grande impegno. In quel momento di crisi egli seppe cogliere un lato positivo, il rinnovamento dell’intero settore, con criteri moderni e razionali,

Può essere considerato a pieno titolo, assieme a Gabriele Luigi Pecile e pochi altri, uno dei principali fondatori del “Vigneto Friuli”.

 

 Testo tratto liberamente da: Dizionario biografico dei friulani: Bolle Giovanni

Bolle documenta da appassionato dilettante le sue escursioni in montagna con fotografie che andranno ad illustrare il volume di Giuseppe Caprin, Alpi Giulie del 1895. 

Nell'ordine

sopra: Cima del Monte Solcat (Razor), Il Montasio e Jof Fuart visti dalla Cima del Rombone, Malga del Rombone

sotto : Molino a sega dul fiume Bacia, Passaggio dal Kaluder da Tolmino al primo letto dell'Isonzo, Scavi preistorici in Santa Lucia condotti da Carlo Marchesetti.

 

Altre vedute, sopra: Rio di Cannaregio ponte delle guglie e Ghetto, Isola della Zudecca Ponte lungo, Canale con imbarcazione in laguna.

In Catalogo: LombardiaBeniculturali

Sculture in San Michele di Murano in Giuseppe Caprin, Marine istriane. Trieste : edizioni Italo Svevo, 1973, p. 16-17

I fotografi sono elencati sotto la voce Lavori fotografici (p. 386): Il fotografo G. Franceschinis esegui', per conto dell'autore, quasi tutti gli originali fotografici, seguono i nomi degli altri fotografi: E. Brusa di Venezia, A. Beer di Klagenfurth, B. Circovich di Pola, L. Mioni di Pola.

Al fotografo E. Brusa di Venezia sono attribuite le sculture di S. Michele di Murano, si presume che la lettera indicata come iniziale del nome E. sia uno svarione tipografico.

Polli Vittorio (1865-1946)

Ritratti di Vittorio Polli presenti sul sito della Commissione Grotte E. Boegan Trieste

 

Nasce a Trieste il 15 giugno 1865 in una famiglia d’origine veneta: il bisnonno era giunto a Trieste da Chioggia nel primo decennio dell’Ottocento.
Rampollo di una stirpe di architetti e pittori - fra i suoi congiunti si possono ricorda­re il nonno Giorgio (1), il padre Felice architetto, le figlie Mariella e Cornelia “entrambe allieve dell’Accademia di Brera di Milano, pittrici originali e ispirate disegnatrici" come testimonia  la poetessa Bice Polli, senza dimenticare il cugino Cesare, ottimo e spiritoso caricaturista, poliglotta e di cultura vastissima.

La formazione di Vittorio non poteva essere diversa: interessato all’arte, dopo essersi impiegato giovanissimo quale scrivano presso la ditta Bischoff (2), studia pittura con Giuseppe Barison, specializ­zandosi nel disegno.
Nel 1891 si trasferisce a Würzburg, in Germania, dove apprende la tecnica della litografia. Nel 1892 lascia questa città per Meiringen in Svizzera, in cui non si ferma poi molto. Ritorna in Germania ad Amburgo, ma affascinato dai viaggi, attraversa l'Oceano Atlantico approdando in Sud America  a Belen del Parà, in Brasile, viaggiando in prima classe all’andata e come sguattero - - per pagarsi il biglietto- al rientro, quindi è al Cairo in Egitto, a Trieste e nuovamente ad Amburgo.

Dal 1896 al 1898 svolge attività di fotografo a Trieste con lo studio in via dell’Acquedotto 25 come attestano le Guide scematiche di quegli anni, un primo apprendimento e formazione si è svolto presso lo studio di Domenico Petener come si evince dalla segnalazione che viene pubblicata nel volume di Giuseppe Caprin Alpi Giulie del 1895 (3).
Nel 1897 Vittorio fa parte del nucleo di garibaldini triestini che si battono, agli ordini di Ricciotti Garibaldi, contro i turchi a Domokos, in Grecia. Nel corso di questa campagna militare continua a disegnare documentando l’epopea delle camicie rosse.

Rientrato ad Amburgo vi rimane per poco tempo: ritorna in Grecia dove avvia uno stabilimento di arti grafiche e si sposa.

L’impresa tipografica non va a buo fine, si trasferisce allora in Romania, con la moglie, due figli e la suocera rimasta nel frattempo vedova. A Bucarest, mentre lavora come illustratore e cartellonista, nascono altri due figli ma perde la moglie ed il primogenito.
Allo scoppio della prima guerra mon­diale arriva a Milano, città in cui risiederà sino alla morte.

Sistemati i suoi cari si arruola come soldato semplice in un battaglione territoriale e presta la sua opera negli ospedali, continuando comunque a lavorare come pittore fornendo disegni alle Officine Grafiche Modiano, alle Arti Grafiche di Bergamo e allo stabilimento Bertarelli; per quest’ultimo realizza le immagini per le figurine Liebig.

Per vivere accetta qualsiasi tipo di lavoro grafico, comunque disegna e dipinge per diletto, ritraendo situazioni, personaggi, vicende personali. Sue opere si trovano oggi conservate nei musei di Bucarest, Trieste, Lubiana, nonché in Egitto e in Brasile.

Muore a Milano nel 1946, ma i suoi resti riposano nella tomba di famiglia, nel cimitero comunale di Sant’Anna di Trieste.
Sportivo, nel marzo 1883 è nel grup­po dei giovanissimi che partecipano alla fondazione della Società degli Alpinisti Triestini (la futura Società Alpina delle Giulie), sotto le cui insegne svolge la sua attività di rocciatore allenandosi sulle pareti della Val Rosandra.
Socio dell’Alpina delle Giulie sin dalla sua costituzione, pratica attività alpinistica e speleologica. Degno di nota è il tentativo di sca­lata – compiuta nel 1895 assieme a Pietro Cozzi – al Civetta, tra la Piccola Civetta e l’attuale Cima De Gasperi, dovendo alla fine rinunciare dopo ben nove ore di salita ed aver superato circa 600 metri.

 

Testo liberamente tratto dal sito  Commissione Grotte "E. Boegan"  voce Vittorio Polli.

Nota

1. Giorgio Polli ingegnere e architetto progetta parecchi palazzi fra i tanti: il palazzo del Monte di Pietà e la Pescheria Centrale

2. Fondata nel 1777 tuttora presente a Trieste come rinomata enoteca.

 

 

Nota

3. Alla voce Lavori fotografici in Caprin Giuseppe Alpi Giulie. del 1895, p. [197] si legge: "Il fotografo Vittorio Polli dello studio fotografico Domenico Petener di Trieste eseguì per conto dell'autore e con esso la maggior parte delle vedute fotografiche.

 

Castelli

Nell'ordine da sin: Castello di Lueg, Castello di Reifenberg, Castello Lantieri in Vipacco

Cittadine

Nell'ordine da sin: Canale, Grisignana la porta, la loggia, Montona Porta del castello e loggia, veduta di Pisino

Pinguente Porta grande, Porta piccola

Angoli delle Alpi Giulie

Nell'ordine da sin: Grotta d'Adelberga il Cipresso, Il frate presso San Stefano di Montona, Primo letto dell'Isonzo sul Monte Travnik a 2379 m sul livello del mare e a 990 m sul livello del mare nella Val Trenta.

Le grotte

Nell'ordina da sin: Ponte naturale in San Canziano di Albiniana, Grande arco naturale in Canziano di Albiniana(Planina), Sbocco della Piuca-Oncia.

Resti antichi

Strada romana presso Fianona

Dall'Armi Giancarlo (1880-1928)

Collaboratore a L'Istria nobilissima

 

Nasce a Trieste il 19.09.1880 il fotografo professionista, Giancarlo Dall'Armi attivo sin all'inizio del Novecento nella sua città natale.

Il suo studio è in Corso 43 negli anni 1903-1905, ma si trasferisce a Torino  nel 1906.

Nel 1905 è incaricato da Giuseppe Caprin di illustrare l'opera L'Istria nobilissima formata da due volumi assieme agli altri importanti fotografi attivi all'epoca Antonio Pettener di Pirano, Demar e Giovanni Bonivento di Pola, Carlo Naya di Venezia e Domenico Anderson di  Roma.

In particolare fotografa le opere d'arte presenti a Capodistria nel Duomo e nella sala del Municipio, a Pirano nella chiesa del Convento di san Francesco e nell'ufficio delle saline, ad Abrega e a Parenzo: una vera e propria campagna fotografica che lo farà conoscere anche se questa pregevevole attività non lo tratterrà a Trieste. Infatti dal 1907 si è stabilito a Torino.

Nel 1909 riceve una medaglia d’argento per le fotografie esposte al 3. Concorso Sociale e una medaglia d’oro al Concorso Nazionale di Fotografia di Milano. Partecipa pure all’Esposizione Fotografica della Società Filarmonica di Casale Monferrato.

Nello stesso anno il periodico  La Fotografia Artistica, pubblica due sue immagini: un paesaggio Le long d'un ruisseau (Lungo un ruscello) e Castor e Pollux le statue dei dioscuri che delimitano la cancellata di Palagio Palagi di fronte il Palazzo reale.

Nel 1910 la Guida commerciale ed amministrativa di Torino segnala la sede del suo studio in via Accademia Albertina 5 e l’anno successivo in via Po 20. Nel 1911 è presente all’Esposizione Internazionale di Torino con alcuni ritratti e paesaggi e realizza un catalogo con le fotografie dei padiglioni e dei monumenti della mostra. Pubblica anche un ampio volume intitolato Illustrazione fotografica d’Arte antica in Italia – Il Barocco Piemontese: saggi architettonici ricercati e scelti da G. C. Dall’Armi.

Eccellente ritrattista, si occupa anche di riproduzioni di opere d’arte e di reperti archeologici. Partecipa alla Prima Esposizione Internazionale di Fotografia, Ottica e Cinematografia del 1923 a Torino ed è premiato fuori concorso.

Nel 1925 si sposta a Milano e quindi a Budapest dove si sposa in seconde nozze con la torinese Maria Giovanna Andrate.

Dal 1923 al 1925 e ancora dal 1927 al 1931 le sue immagini vengono pubblicate su Luci ed Ombre.

Il professionista muore a Torino nel 1928, ma l’atelier continua la sua attività sino al 1951, diretto dalla moglie Giovanna Andrate.

A sua volta la moglie cede l’attività a Ernesto Cagliero, fotografo formatosi nell'atelier del padre Antonio. Inizialmente Cagliero mantiene il nome Studio Dall’Armi e la sede nel Palazzo degli Stemmi, in via Po 37, dove Maria Giovanna Andrate si era trasferita, in seguito ai bombardamenti del 1943 che avevano danneggiato il palazzo del numero civico 20. Nel 1984 il Palazzo degli Stemmi viene dichiarato inagibile ed Ernesto Cagliero trasferisce l’attività in via Roccaforte 11, dove rimane fino al 1993, data della sua morte.

Un grande fondo di fotografie di Giancarlo Dall'Armi (circa 5000 positivi e 4000 negativi) è conservato all’Archivio Storico della Città di Torino; circa 420 positivi sono conservati dall’Archivio Fotografico della Fondazione Torino Musei presso la Galleria d’Arte Moderna GAM di Torino (fondo proveniente dalla FIF Fondazione Italiana per la Fotografia, depositato nel 2006 in GAM e successivamente acquisito dalla Regione Piemonte). Altri nuclei e stampe sciolte sono conservati da varie istituzioni tra cui l’Opera Pia Barolo (scatti su Palazzo Barolo), la Biblioteca Centrale di Ingegneria (85 stampe), l'Archivio Alinari.

 

E' l'unica segnalazione dello studio fotografico di Giancarlo Dall'Armi pubblicata sulla Guida generale di Trieste del 1905.

 

Sedi del suo studio fotografico:

Fotografia artistica G. C. Dall’Armi, Trieste, Corso 43 dal 13. 08. 1904 al 30. 06. 1905;

Torino, in via Accademia Albertina 5, dal 1907 circa al 1910; in via Po 20, dal 1911 al 1928;

Torino, in via Po 37 dal 1943 al 1984, in vai Roccaforte 11 dal 1984 al 1993. 

 

 

 

 

 

 

Ritratto di Giuseppe Caprin con autografo presente nel primo volume di L'istria nobilissima edito nel 1905

 

 

 

Frontespizio del volume:

Caprin Giusppe, L'Istria nobilissima

Segnalazione nel volume dei fotografi che hanno contribuito con le loro immagini all'opera.

Opere d'arte presenti a Capodistria

Opere d'arte presenti a Parenzo

Opere d'arte presenti a Pirano

 

 

 

 

 

Giorgio Ventura

La glorificazione della Madonna nella Chiesa di Abrega

 

Foto G.B. Dall'Armi

 

In Caprin Giuseppe, L'Istria nobilissima, p.t. II p. 191

Lergetporer Benedikt (1845-1910)

 

 

Benedikt Lergetporer,

Autoritratto, 1905

 

In : Kamra

https://www.kamra.si/mm-elementi/benedikt-lergetporer-1845-1910/

Nasce il 30 maggio 1845 a Salisburgo in Austria, figlio di Josef Benedikt e di Maria Wilhelmina Weisser e nipote di Peter Nicolaus capitano degli Schutzen, è discendente di una famiglia originaria di Schwaz in Tirolo insignita dall'imperatore Federico II di titolo nobiliare.

Nel 1880 Benedikt si trasferisce a Zell em See, città medioevale adagiata nelle colline del monte Schmittenhöhe e le acque limpide del lago di Zell che grazie alla costruzione della ferrovia nel 1875 sta diventando una meta turistica, per iniziare la nuova attività di fotografo e cartografo.

Nel 1883 si trasferisce a Veldes, oggi meglio conosciuta come Bled in Slovenia, altrettanto famosa come luogo di villeggiatura, per aprire il primo studio fotografico della regione con la moglie Maria Hussl da cui ha tre figlie: Berta, Romana ed Eleonora.

Nel 1891 scopre la gola di Vintgar assieme al sindaco di Gorje Jakob Zumer, all'epoca è definito cartografo. La Gola dal 26 agosto 1893, dopo esser stata opportunamente attrezzata con sentieri, ponti e passerelle, è percorribile dai visitatori.

Compie un'accurata campagna fotografica in questo perdiodo che arricchirà l'opera di Giuseppe Caprin Alpi Giulie edita nel 1895.

Agli inizi del Novecento con la figlia Romana apre uno studio a Lussinpiccolo facendo la spola tra i due, d'estate a Bled e d'inverno a Lussino. Muore nel 1910.

L'attività a Bled è continuata dalla figlia Berta, a Lussinpiccolo la figlia Romana con il marito Dante Lussin mantengono lo studio sino al 1946.

Nel 1890 a Graz riceve un diploma d'onore per le carte in rilievo, nel 1891 a Trieste riceve una medaglia dalla  Società degli amici dell'arte per la fotografia.

Muore a Bled nel novembre 1910.

Ritratti delle figlie e giovani donne

Berta Lergetporer in costume tradizionale della Carniola 1894 ca.

Berta Lergetporer in costume tradizionale della Carniola 1897. Dipinto che illustra il costume della festa.

Eleonora Lergetporer in costume tradizionale della Carniola 1897

Benedikt Lergetporer,

Ritratto di ragazza con ventaglio post 1883

Benedikt Lergetporer,

Ragazza alla fontana post 1883

Ritratti maschili

Benedikt Lergetporer,

Ritratto di giovane uomo 1885

Benedikt Lergetporer,

Ritratto d'uomo in costume tradizionale 1885

Gruppi

Benedikt Lergetporer,

Gruppo di uomini e donne 1885

Benedikt Lergetporer,

Gruppo di uomini 1885 ca.

Vedute ante 1895

Nell'ordine da sin:

Castello di Lueg, Cima del Monte Maggiore, Cima del Monte nero, il Montasio

Nell'ordine da sin:

Fonti dell'Isonzo, Lago di Bohini, Lago nero del Tricorno

Nell'ordine da sin:

Orrore di Sasso in Carsano, Sasso romano, Piccolo Mangart

DE franceschi Giulio (1856-1942)

 

Giulio de Franceschi nasce a Fiume il 27 gennaio 1856. Muore a Moncalvo il 17 febbraio 1942.

Frequenta l'Accademia di Venezia dal 1874 al 1879, dove è allievo di Giacomo Favretto, Lodovico Cadorin e Pompeo Marino Molmenti. Lavora principalmente nel campo dell'editoria quale disegnatore, infatti esegue i disegni preparatori per le tavole che illustrano i dieci volumi La Basilica di san Marco illustrata nella storia dell'arte edito a Venezia, 1878-1893 da Ferdinando Ongania.

Collabora con Giuseppe Caprin per Marine istriane del 1889, Lagune di Grado del 1890, Pianure friulane del 1892, Il Trecento a Trieste del 1897, L'Istria nobilissima edita da F.H. Schimpff 1905-1907.

Dal 1896 al 1922 dirige la scuola professionale di Pirano. E' un esperto di archeologia per cui fornisce molti disegni a corredo dei suoi studi archeologici.


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Attorno al tema "Grande Trieste" oggetto di una mostra realizzata dalle istituzioni culturali civiche nel 2015 si è creato un gruppo di studiosi di storia della fotografia che si propongono, senza alcuno scopo di lucro, di utilizzare correttamente la rete per la promozione e valorizzazione del patrimonio di immagini storiche della città di Trieste e della Venezia Giulia, e in particolare di divulgare le ricerche condotte in occasione della mostra 1891-1914 La Grande Trieste, ma anche prima e dopo. 

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