A giudicare dal numero dei partecipanti riuniti nel Teatro "Arrigoni" di San Vito al Tagliamento, il "Censimento delle raccolte e degli archivi fotografici in Italia "presentato ieri - venerdì 20 ottobre - a cura del Ministero per i Beni Culturali, l'ERPAC (Ente Regionale Patrimonio Culturale) regionale e il CRAF (Centro di Ricerca e Archiviazione della Fotografia), ha destato molta curiosità non solo in chi si occupa di storia della fotografia ma anche di ricerca storica in generale.
Si tratta di un importante progetto del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo - realizzata in pratica da CAMERA - Centro Italiano per la Fotografia in collaborazione con la Direzione Generale Arte e Architettura contemporanee e periferie urbane - che mira a coinvolgere Enti e privati proprietari di collezioni fotografiche storiche e contemporanee (dai grandi musei alle aziende storiche, dai circoli fotografici storici alle associazioni culturali radicate sul territorio, dalle biblioteche pubbliche ai collezionisti privati) al fine di conoscere l'entità e il valore di un immenso patrimonio, in larga parte sconosciuto.
La presentazione è stata promossa dalla Rete regionale delle fototeche e degli archivi fotografici, recentemente creata dall' ERPAC, uno dei primi partner in Italia del Censimento che, insieme alla Rete per la valorizzazione della Fotografia della provincia di Milano, è identificata dai coordinatori nazionali come modello di riferimento per la gestione e il governo del progetto sul territorio.
Il Censimento è coordinato dall’Istituto centrale per il catalogo e la documentazione che ha stipulato un accordo con la Rete regionale individuando il Servizio catalogazione, formazione e ricerca dell’ERPAC come punto di riferimento tecnico per la gestione del progetto in Friuli Venezia Giulia.
La partecipazione al progetto è gratuita e permette di descrivere in modo semplice e dettagliato la propria collezione direttamente on line. I risultati del Censimento vengono pubblicati sul sito www.censimento.fotografia.italia.it e sono accessibili anche dal portale della fotografia italiana www.fotografia.italia.it.
Sul palco dei relatori si sono avvicendati Antonio Di Bisceglie, sindaco del Comune di San Vito al Tagliamento, Angelo Bertani, presidente del Centro di Ricerca e Archiviazione della Fotografia, Rita Auriemma, direttore del Servizio catalogazione, formazione e ricerca dell’ERPAC, Corrado Azzollini, direttore della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia, Lorenza Bravetta, consigliere del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo per la valorizzazione del patrimonio fotografico nazionale, Laura Moro, direttore dell’Istituto centrale per il catalogo e la documentazione, Barbara Bergaglio, Responsabile Archivi di Camera Centro Italiano per la Fotografia. Tra il pubblico c'erano molti funzionari di musei e biblioteche regionali, ma anche esponenti di importanti associazioni culturali della regione Friuli Venezia Giulia e del Veneto, a dimostrazione dell'importanza e dell'attualità del tema.
Inevitabile porsi però qualche domanda. Se in Italia ci sono così pochi Enti che hanno creato delle Fototeche strutturate per conservare e valorizzare i loro patrimoni di immagini storiche basteranno la (meritoria) creazione di un portale e questa chiamata per un coinvolgimento di massa? Non sarebbe necessario anche un adeguato investimento finanziario per invogliare i proprietari a occuparsi delle loro raccolte? Oltre che aggiungere un po' di personale specializzato negli uffici periferici del Ministero affinché il progetto non dipenda sempre da soggetti esterni e non proceda con la lentezza che si può facilmente immaginare?
Inoltre, siamo certi che in caso di cambiamenti al governo si andrà avanti ? Purtroppo molte riforme e innovazioni dipendono solo dalla volontà e dai gusti di un ministro (o, nel caso di enti locali, dell' assessore di turno) e sono destinati a morire con la sua sostituzione. Speriamo che non sia così, che l'ICCD, (la cui direttrice Laura Moro, ieri ha fatto una bellissima relazione sul tema evidenziando l'impegno profondo del suo istituto nella ricerca della gestione più efficiente e corretta di questo progetto) possa portarlo avanti sotto qualsiasi governo e seguirlo negli anni.
Va detto però che in queste occasioni inevitabilmente si tocca con mano la fragilità delle nostre istituzioni culturali (nazionali e locali), sempre meno autonome e sempre meno libere di produrre e realizzare in sicurezza progetti di lunga durata.