Fino al 9 luglio i ritratti di Maurizio Frullani a Gradisca

Anche se non manca il colore, le immagini di Maurizio Frullani sono una straordinaria testimonianza della potenzialità espressiva del bianco e nero e nella mostra aperta alla Galleria Spazzapan di Gradisca fino al 9 luglio, dedicata agli artisti, si ha modo di cogliere appieno la forza e la drammaticità di questa scelta linguistica. Frullani, nato nel 1942, non è stato solo un fotografo, ma anche un insegnante e un viaggiatore, anzi, un esploratore di mondi e di culture lontane fin dagli anni Settanta. Ne ha ricavato gallerie di immagini che oggi in particolare si rivelano preziose anche come testimonianze. 

Quella di Gradisca la quarta esposizione della rassegna "MAURIZIO FRULLANI. ARTISTI E DINTORNI", promossa dall’Associazione Culturale “ Venti D'arte ” e dal Consorzio Culturale del Monfalconese (CCM), sostenuta dalla Regione Friuli Venezia Giulia, dalla Fondazione Carigo e da molti altri Enti e realtà della nostra regione.

 

Aggiungiamo qualche nota biografica pubblicata dal quotidiano "Il Piccolo" a firma di Anna Maria Fenzl.

Si era diplomato all'Isef di Roma nel 1967 per insegnare educazione fisica, ma già qualche anno prima aveva iniziato ad appassionarsi di fotografia. Maurizio Frullani era nato a Ronchi dei Legionari nel 1942, a metà degli anni Settanta, sull'onda dei primi hippy, aveva preso a noleggio un furgoncino Volkswagen per intraprendere i suoi primi viaggi in Turchia, Iran, Afghanistan, Pakistan e India. Lì nascono i suoi primi reportage. In India in particolare ritornerà spesso, affascinato dalla sua cultura, dalla sua musica. Inizia a suonare il sitar, lo strumento a corde più tipico della cultura indiana, approfondendo il suo studio all'Istituto Interculturale di Studi Musicali comparati di Venezia. Dedica una serie di ritratti fotografici ai musicisti e ai maestri liutai indiani; «suo primo lavoro compiuto - si legge nella biografia - e summa delle sue passioni: il viaggio, la musica, le persone». Con il titolo "Sulla strada del Raga" tale lavoro verrà presentato in diverse occasioni e successivamente pubblicato.

Negli anni Ottanta Frullani conosce un'intensa attività espositiva dapprima a livello locale, partecipando a varie collettive assieme ad amici fotografi dell'ambiente goriziano quali Sergio Scabar e Arnaldo Grundner, poi anche sul versante nazionale e internazionale. Insieme all'Associazione Photo-imago di Adriano Perini, partecipa a importanti rassegne in Austria, Slovenia, Croazia e Ungheria.

Dal '93 al 2000 si trasferisce in Eritrea dove insegna alla scuola italiana di Asmara. In questo periodo realizza l'importante reportage che verrà esposto poi con il titolo "Massawa. Fotografie 1993 - 2000", confluito nel libro "Eritrea" edito nel 2012. Gli interni delle case, i cortili, le officine costituiscono le ambientazioni di una narrazione in cui donne, bambini, anziani, artigiani sono i protagonisti che si pongono in modo naturale davanti l'obiettivo rispettoso del fotografo, mostrando con semplicità loro stessi, la loro vita, la loro dignità e bellezza pur nella miseria di una terra devastata dalla guerra.

Ritornato in Italia esegue diversi reportage e riprende un progetto iniziato alla fine degli anni Settanta dedicato agli artisti della nostra regione e dei territori limitrofi, esposto prima allo Studio d'Arte Bassanese di Trieste, nel 1986, e quindi, l'anno successivo, alla Galleria Incontro dell'Aeroporto regionale. Era stato anche in parte pubblicato in un Quaderno edito da quello che allora si chiamava Centro Culturale Pubblico Polivalente, poi diventato Consorzio Culturale del Monfalconese.

Insieme agli artisti fotografa quindi scrittori, poeti, attori, musicisti, critici, galleristi creando un patrimonio visivo notevole sia dal punto di vista estetico sia da quello della testimonianza di un mondo culturale molto particolare.

Nel 2006 la Galleria Regionale d'Arte Contemporanea Luigi Spazzapan di Gradisca d'Isonzo gli dedica un'ampia retrospettiva in cui viene esposto anche un ciclo di lavori inediti intitolato "Santi, miti e leggende", riguardante una sua personale rilettura di eroi e personaggi tratti dalla mitologia classica come Ulisse, Icaro, Crono, e dalla tradizione cristiana, come San Sebastiano o la Regina di Saba. Si tratta del suo lavoro più complesso, poetico, ironico, visionario, realizzato con macchine a banco ottico di grande formato.

Nel 2011, in occasione di Spilimbergo Fotografia, riceve il Premio Friuli Venezia Giulia Fotografia, XXV edizione, come autore regionale di spicco. Nell'aprile del 2015, quando ancora lavora alla serie dei ritratti, Maurizio Frullani muore.

Proprio sul progetto incompiuto dei ritratti è incentrata la rassegna "Maurizio Frullani. Artisti e dintorni", organizzata dall'Associazione culturale Venti d'Arte con il coordinamento di Stefano Chiarandini, presidente dell'associazione, e il contributo della Regione Friuli Venezia Giulia.

 


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