Pietro Opiglia nasce a Pola il 23 marzo del 1877. Viene assunto dal Comune di Trieste nel 1908 per svolgere l’attività di custode. In precedenza era stato impiegato dal 1902 presso il Civico Museo di Antichità di Pola, dove aveva anche il compito di eseguire fotografie e lavori in gesso e collaborare agli scavi archeologici.
A Trieste arriva per volontà dell’allora direttore dei Musei civici di storia ed arte Alberto Puschi, che aveva notato le sue capacità e la sua versatilità. Dal foglio di Matricola dei funzionari del Comune di Trieste sappiamo che la sua preparazione scolastica si limitava agli studi popolari e che per due anni e mezzo, dal 27 luglio del 1914 al 17 dicembre del 1917, era stato chiamato alle armi durante il primo conflitto mondiale.
Con il suo inserimento nei Civici Musei nasce e si sviluppa l'Archivio Fotografico Storico. Sulle pagine dell’”Archeografo triestino” del 1911 il conservatore Pietro Sticotti (futuro direttore) ricorda che i Musei, disponendo del fotografo, si presero cura di fare assumere delle fotografie di luoghi e case che stavano per essere demoliti per dare posto a nuove situazioni urbane e che "in queste fotografie meglio che agli edifici stessi si ebbe di mira il quadro complessivo e la fisionomia generale delle vie".
Nel febbraio 1912 viene allestito un laboratorio fotografico presso i Musei, dove Opiglia potè lavorare, e venne stanziata una somma di denaro per l'acquisto di una macchina fotografica all'avanguardia, una "Royal Ruby" completa di treppiede e custodia da viaggio, fabbricata dalla ditta inglese Thornton-Pickard di Altrincham.
Nel 1913 Opiglia documenta tutte le fasi costruttive della nuova Pescheria, collocata sulle Rive, dagli scavi al completamento dell’edificio.
Nell'inverno tra il 1925-1926 Opiglia viene incaricato di realizzare un reportage fotografico della "città vecchia". I negativi su lastra 13x18 cm, sono conservati presso la Fototeca dei Civici Musei di Storia di Trieste, come pure i positivi ricavati dallo sviluppo a contatto di queste lastre.
Si tratta di un nucleo di ben 363 immagini che documentano in maniera capillare la zona antica della città, prossima ad essere sostanzialmente modificata dai piani urbanistici del 1925-1936, che alterarono in maniera definitiva la fisionomia di quelle zone.
Nel corso della sua lunga carriera (resta in servizio fino al 1947) Opiglia produce un immenso materiale documentario sulla città, che resta fondamentale per conoscerne le trasformazioni. Le sue fotografie hanno illustrato tutte le pubblicazioni più importanti sulla Trieste del XX secolo.
Pietro Opiglia muore nel 1948.
APPROFONDIMENTI
Per maggiori informazioni biografiche e per le opere consultare la voce nel Catalogo integrato dei beni culturali del Comune di Trieste.
Qui un articolo di Amanda Russo su Pietro Opiglia e le chiese triestine.