Il gruppo contempla quattro protagonisti, di cui non essendo in grado di evidenziare i rapporti di relazione rispetto alla loro appartenenza alla comunità, li consideriamo insieme in base alla contemporanietà della loro presenza a Trieste.
Dietro ciascuno c'è una storia di spostamento dalla terra d'origine, tranne in un caso essendo il professionista nato a Trieste, per cui si deduce che il porto di Trieste sia per loro un luogo di accoglienza e di promesse di prosperità legato al nuovo lavoro.
Le notizie biografiche sui singoli personaggi sono esigue, ma la ricerca che li riguarda è sempre attiva.
Leopold [Leib] Goldstein nasce nel 1819 a Jezierna (Galizia ora Polonia) come si legge sul censimento del Comune di Trieste del 1865 all'indirizzo Corso 668-39 (1), nello stesso censimento risulta sposato con Amalia Tedeschi nata a Spalato nel 1825 e ha un figlio Mayer Giuseppe nato nel 1848 a Rohozná (Austria ora Repubblica Ceca), ma sul censimento della Comunità ebraica il luogo di nascita del figlio è Sadagora o Sádgora
[Sadhora] in Ucraina il 24 settembre 1848 (2).
La contraddizione di quest'ultima informazione sul luogo di nascita è dovuta al fatto che la famiglia Goldstein originaria della Galizia, si era spostata prima a Sadhora e poi a Rohozna e infine a Trieste.
Si deve comunque ricordare che i dati anagrafici nei censimenti non si basano su documenti rilasciati da un'autorità, ma sulle dichiarazioni orali degli intervistati.
Secondo i censimenti della Comunità ebraica nel 1870 abitano nella casa 663 di Trieste Leopoldo (fotografo), Amalia e il figlio Giuseppe detto Mayer che diventerà anche lui fotografo, ma nel 1878 la famiglia si è trasferita in via del Toro dove viene registrato solo Leopoldo tipografo con la moglie, il figlio Giuseppe non viene nominato in quanto ha ormai una sua propria famiglia.
Nel 1872 Giuseppe Mayer si sposa con rito ebraico con Fortunata detta Clementina Levi, figlia di Moise e Fortunata Maionica.
Dalla documentazione relativa al matrimonio la madre di Giuseppe risulta essere Faige Fuchs, non Amalia Tedeschi, il nome del padre è Leib. Non c'è alcun dubbio sulla sua ascendenza, anche se le contraddizioni dei dati sono rilevanti.
Inoltre l'atto conservato presso l'Archivio della Comunità ebraica, relativo alla coscrizione militare di Giuseppe, risulta emesso a Rohozna, luogo di nascita dello stesso.
1. Non esistendo all'epoca un'anagrafe che censiva gli abitanti di Trieste per nascita e località, fanno testo i censimenti che riportano i dati anagrafici dei singoli e dei componenti delle famiglie registrati per caseggiato e ralativo numero civico.
Ringrazio la dott.ssa Annalisa Di Fant per tutte le ricerche presso l'Archivio della Comunità ebraica e le informazioni fornitemi.
2. Molto interessante è la biografia in HBL Hrvatski biografski leksikon.
Nel censimento del 1865 la famiglia di Leopold Goldstein risulta abitare in Corso 668-39.
Sotto in pianta evidenziato il caseggiato 668 del Corso dove la famiglia Goldstein abita dopo il trasferimento a Trieste nel 1865, nel 1870 si trasferisce al n. 663.
Sul periodico Il pulcinella n. 21 del 5 novembre 1864 compare la pubblicità del Nuovo Studio Fotografico di Leopold Goldstein in casa Genel al Corso n. 37
nuovo 4. piano con altra entrata da via del Monte 1. piano.
Garantisce un lavoro ben eseguito per le copie di edifici, quadri, vedute, inoltre garantisce di consegnare ritratti di "piena soddisfazione dei committenti".
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Apre il suo studio fotografico già dal 5 novembre 1864 in Contrada del Corso n. 37 in casa Genel nuovo quarto piano con secondo ingresso
in via della Montuzza primo piano. L'avviso sarà ripetuto sino alla fine dell'anno sui periodici Il Pulcinella e La baba. L'aggettivo nuovo sottolinea la disposizione degli
spazi adattati all'attività dell'atelier.
Nel 1865 è in Corso 669-39, ma non pubblica alcun avviso pubblicitario, unica fonte d'informazione sono le Guide scematiche alla voce
Fotografi, dove compare il suo nome dal 1865 al 1871. Rifugge ogni sorta di avviso che possa richiamare un maggior numero di utenti, forse si affida alla sua affezionata
clientela e al suo consolidato rapporto con i componenti della Comunità ebraica. Ma sono solo ipotesi.
Un altro dato che ci induce a dedurre la solidarietà vigente tra professionisti ebrei è che nel 1865 Wilhelm Weintraub e Leopold Goldstein hanno la studio allo
stesso indirizzo in Corso 39, condividono quindi lo stesso spazio dal 1864 finchè Leopold non trova la disponibilità per gli anni successivi in Corso 37, dove aveva iniziato.
Dal 1866 al 1871 lo studio è presente in Corso al n. 37 con secondo ingresso in via del Monte 12. Nello stesso anno partecipa all'Esposizione agricola industriale e di Belle Arti di Trieste.
Dal 1872 si perdono le sue tracce, privo di documentazione resta il suo trasferimento temporaneo ad Ancona dove ha uno studio in Piazza del teatro, unica prova è il logo sul verso di una carte de visite. La sua pendolarità o meglio la sua assenza da Trieste continua forse per due anni.
Il suo ritorno a Trieste e quindi la sua presenza è confermata dal 1874 al 1878, infatti lavora nello studio di Antonio Patay in Corso 39 Birraria Vecchia terzo piano pur non comparendo il suo nome nel logo.
Si potrebbe supporre che ha ormai al suo fianco il figlio Giuseppe Mayer (1843- 1930) che ha intrapreso la stessa carriera del padre. Infatti la presenza del
figlio Giuseppe è segnalata agli inizi dal 1864 a Trieste, poi per qualche tempo risiede a Capodistria e anche a Pola. In seguito arrivato a Zara è già un professionista affermato.
Giuseppe lega la sua fama e attività alle città della costa dalmata, al punto che dagli studiosi croati è considerato uno dei più importanti fotografi dell'Ottocento.
Inizia nel 1865 la collaborazione tra Giuseppe Goldstein e Nikolo Andrović (1824-1895) da quando il farmacista dalle Bocche di Cattaro Nikolo Andrović si trasferisce a Zara dove acquista l'antica farmacia Al Redentore (1).
Dal 1874 Giuseppe, secondo lo studioso Duško Kečkemet, dirige
lo studio fotografico di Nikolo Andrović a Zara, che lo accetta come socio da cui il logo Andrović &
Goldstein. In collaborazione con Andrović realizza numerose fotografie, soprattutto molti ritratti in studio.
Il lavoro che renderà famosi Mario Giuseppe Goldstein e Nikolo Andrović è quello che si può considerare il primo reportage fotografico della storia croata. Si tratta di 24 fotografie sul viaggio in Dalmazia dell'imperatore Francesco Giuseppe I pubblicata con il titolo Album fotografico-illustrativo del viaggio di S.M. l'Imperatore e Re Francesco Giuseppe I in Dalmazia nel 1875, che ne descrive le tappe attraverso il corredo fotografico in cui compaiono per la prima volta vedute e panorami della Dalmazia accompagnato dal testo redatto in tre lingue: croato, italiano e tedesco (una copia è conservata a Zara in DA). Il risultato è degno di segnalazione per le difficoltà superate dai due operatori, la ripresa di eventi con un gran numero di persone e la conseguente confusione in uno spazio aperto, deve esser stata una vera avventura. Si deve tener conto inoltre dell'ingombrante fotocamera, in questo caso 24x30 cm, che grazie al suo ampio soffietto, poteva ondeggiare a ogni brezza, il che farebbe perdere allo scatto la sua nitidezza e quindi lo renderebbe inutilizzabile.
Nel 1878 riepilogando, il sodalizio tra Antonio Patay, Leopold e Giuseppe Goldstein si rompe e ognuno gestisce un proprio studio fotografico: Patay in Corso 39 e Giuseppe Mayer Goldstein con il padre Leopold si attivano in Riborgo 9 sino al 1880 quando spostano lo studio in via Farneto 10.
Nel 1881 cambiano ancora indirizzo il loro studio è in via del Toro 5, anche sede dell'abitazione, dove continuano sino al 1882.
A fine carriera Giuseppe o Josip Marko Goldstein così il nome nel logo apre uno studio a Spalato ma non siamo a conoscenza della data precisa del suo spostamento, si potrebbe ipotizzare dopo la morte del padre.
Lo studio Goldstein, attivo a Spalato in via Magnaccia 332, gode di tale fama che è nominato anche nel romanzo per l'infanzia di Luciano Morpurgo Quando ero fanciullo edito nel
1869.
Leopold muore a Trieste il 21 dicembre 1894, Giuseppe Mayer nel 1930.
1.
La passione dei farmacisti per la fotografia è una peculiarità che abbiamo già incontrato, forse li facilità la dimestichezza con i preparati chimici. Androvic è uno di questi, uomo intraprendente e laborioso, sicuramente dotato è in grado di svolgere molti lavori a Herceg Novi o Castelnuovo di Cattaro nel Montenegro, ripara orologi e organi nella chiesa locale, svolge l'attività di rappresentante del Lloyd austriaco per nove anni. Le sue ambizioni superano i limiti del piccolo e angusto ambiente locale. A 41 anni non esita a tasferirsi a Zara nella seconda metà del 1865 per insegnare al Ginnasio. È molto più difficile stabilire quando apre in città uno studio fotografico, ma è interessante sottolineare che si occupava di fotografia già a Herceg Novi.
Testimonianza nel volume di memorie di Luciano Morpurgo, Quando ero fanciullo edito nel 1869 (p . 225) dello studio fotografico nella città di Spalato di Josip Marko Goldstein.
Ritratti che attestano la presenza di Leopold Goldstein attivo ad Ancona. Dalle iscrizioni sui cartoncini si ricava che lo stabilimento è in Piazza del Teatro dal 1867 al 1871.
Ritratto di donna, Ancona 1871 ca. carte de visite
Ritratto di coppia generale Piola Caselli con la moglie, Ancona 1867.
Ritratto di Albert Roux, Trieste via del Corso n. 668 Ancona Piazza del Teatro 1867.
Nel 1878 appare solo Leopoldo (tipografo) a Trieste in via del Toro con la moglie.
Leopold Goldstein, Ritratti di donne sedute, Trieste 1872 ca.
Mayer Giuseppe Goldstein,
Ritratto di donna, 1871 ca. carte de visite
Grassatore, 1871 ca. carte de visite
L’iscrizione grassa leggibile è l’abbreviazione del termine “grassatore” che indica un rapinatore a mano armata. La foto è attribuita al nostro fotografo.
Mayer Giuseppe Goldstein,
Ritratto di famiglia, Trieste 1871 ca., gabinetto
L'uomo anziano al centro, impegnato in una partita a scacchi, è Mario Giuseppe Goldstein a Spalato nei primi anni del Novecento.
Rilevanti informazioni sono leggibili nella nota che accompagna il ritratto della Famiglia Goldstein, definito uno dei più importanti fotografi croati.